
Peppino era di famiglia mafiosa. Mafioso era il padre, Luigi Impastato, costretto al confino durante la dittatura fascista. Addirittura capo-mafia di Cinisi era il cognato di Luigi, Cesare Manzella. Peppino scopre fin da ragazzo l’aria che si respira in famiglia. E non ci sta. Nel 1965, ad appena 17 anni, rompe con il padre e aderisce al PSIUP. Nello stesso anno fonda l’”Idea socialista”, foglio ciclostilato dal quale Peppino comincia a denunciare l’epidemia mafiosa che soffoca il suo paese. Negli anni successivi, percorre tutta la trafila dei gruppi extraparlamentari e dell’associazionismo di base: la Lega dei comunisti, il Pcd’I Linea Rossa, il Manifesto, Lotta Continua. Sono anni di grande fermento politico: le occupazioni delle università nel ’68, le manifestazioni contro l’esproprio delle terre ai contadini, la lotta affianco degli edili per il diritto al lavoro. Nel 1975 costituisce il circolo culturale “Musica e Cultura”, l’anno dopo fonda Radio Aut, radio indipendente autofinanziata, da cui denuncia i crimini di mafia. Particolare attenzione dedica a Gaetano Badalamenti, capo-mafia di Cinisi e vecchio “amico” di famiglia.
Nel 1978, decide di candidarsi con Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. La campagna elettorale è dura e faticosa, soprattutto per qualcuno che mette il “problema Mafia” al centro del dibattito. Nella notte tra l’8 e il 9 maggio, a pochi giorni dalle elezioni, Peppino viene ucciso, fatto saltare in aria da una carica di tritolo lungo la ferrovia. Sarà comunque eletto al Consiglio comunale. Stampa, forze dell’ordine e magistratura, sosterranno per anni la tesi dell’atto terroristico, in cui l’attentatore (Peppino) sarebbe rimasto vittima. Solamente l’attività del Centro siciliano di documentazione di Palermo, nato nel 1977 e intitolato a Peppino 3 anni dopo, riuscirà a denunciare il depistaggio delle indagini, costringendo la magistratura a riaprire l’inchiesta. Il 5 maggio del 2001, Vito Palazzolo sarà condannato a 30 anni per omicidio. L’11 aprile del 2002, Gaetano Badalamenti riceverà una condanna all’ergastolo come mandante dell’esecuzione.

La voce dell’alternativa, della lotta sociale, dell’antimafia, dell’informazione libera e indipendente a Palermo oggi trova sede anche in “RADIO 100 PASSI”, web radio nata dalle ceneri di Radio Aut e Radio Sud 103 che ha scelto d’essere una web radio perché consapevole che i passi da percorrere sono molto più di cento per arrivare la dove le mafie hanno investito i loro capitali. La scelta di internet non è quindi casuale ma preferita perché oltre a percorrere grandi distanze è il luogo più frequentato dalle giovani generazioni. L’emittente è nata per essere un microfono aperto alla partecipazione d’associazioni, gruppi, ma anche di singoli che vorranno proporre trasmissioni e contenuti.
“La mafia uccide, il silenzio pure …” - diceva Peppino e da lui possiamo solo continuare ad imparare.