..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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martedì 26 giugno 2018

27 giugno 1905 viene fondata la Industrial Workers of the World

Il sindacato “Industrial Workers of the World”, conosciuto dalla storia ancor più con l'acronimo IWW, è stato una significativa e rivoluzionaria articolazione del movimento operaio statunitense. Ideato agli albori del 1905 e fondato a Chicago il 27 giugno dello stesso anno attraverso la redazione dell'Industrial Union Manifesto.
Gli attivisti della IWW sono anche conosciuti come 'wobblies', nell'ambivalenza che questa definizione è andata ad assumere: wobblies perché itineranti nel senso di attraversatori dell'America per la diffusione della lotta operaia e del sindacato, wobblies perchè costretti alla precarietà dal lavoro, dal padrone, dallo Stato.
Il contesto dentro il quale ha avuto la forza di emergere ed organizzarsi la IWW è stato quello degli Usa di Woodrow Wilson, tecnocrate classista e razzista che tentò a più riprese di stroncare il movimento operaio statunitense non solamente intensificando l'opera di sfruttamento e controllo, ma soprattutto appoggiandosi al carro dei sindacati padronali, fautori di politiche disciplinanti e repressive, fondate sulla pretesa di negoziazione individuale tra azienda e operaio per l'eliminazione di ogni parvenza di collettività di forza-lavoro.
La Industrial Workers of the World conobbe la sua migliore stagione ad inizio novecento, con i grandi scioperi dei primi anni venti: per i minatori di McKees Rocks (Pennsylvania, 1909), per i tessili di Lawrence (Massachusetts, 1912), per i setaioli di Paterson (New Jersey, 1913), per i portuali di New York (1920).
L'ideologia wobblies rappresentò un alveo sperimentale, innovativo e rivoluzionario. Tante furono le campagne che la fecero conoscere e gli permisero di intraprendere dure lotte e grandi vittorie (dalle mobilitazioni contro le discriminazioni nei confronti dei lavoratori migranti alla libertà di parola per poter fare ed essere sindacato!). La IWW perseguiva l'obiettivo della proprietà operaia dell'industria, considerava ogni sciopero come preparativo alla rivoluzione, non cercava un rapporto contrattuale con i datori di lavoro ma preferiva la via del boicottaggio e del sabotaggio.
Splendida narrazione dei wobblies della IWW, delle lotte operaie americane di inizio novecento, è possibile recuperarla dal romanzo di Valerio Evangelisti, 'One Big'.

martedì 26 gennaio 2016

Il morbo del sindacalismo

Ogni movimento incontrollato in cui, per quanto embrionalmente, una critica sociale e culturale venga abbozzata, prova immediatamente il bisogno di definire un nuovo campo di significati e di affermare una nuova verità, ma il discorso del potere si installa nel cuore di ogni comunicazione, diventa la mediazione onnipresente e necessaria e riesce così a infiltrare, controllandolo dall’interno, ciò che lo contesta.
E così il sindacato diventa la malattia paralizzante e mortale che colpisce un movimento di base fra i lavoratori allorché questo cessa di discutere senza intermediari tutto ciò che è discutibile, e di agire di conseguenza.
Il morbo raggiunge la virulenza in particolare allorché un simile movimento si rassegna ad abbandonare all’arbitrio del datore di lavoro – altrimenti detto leggi dell’economia – la definizione del contenuto e degli scopi della propria attività per ridursi a contrattarne il prezzo, l’orario e le condizioni esterne in genere (e, anche queste, più di diritto che di fatto). Sintomi evidenti del progredire della malattia sono, ad esempio: omettere, nel corso delle riunioni, di parlare per fare piuttosto degli interventi; preoccuparsi di dire, al posto di ciò che si vive e si pensa, ciò che ci si immagina viva e pensi il lavoratore medio; accettare che qualcuno pretenda di parlare a nome di altri da cui non abbia ricevuto un mandato imperativo, revocabile e verificabile; guardarsi bene dal porre avanti, nel movimento, le contraddizioni sociali ed umane di fondo che si vivono sulla propria pelle, tacendo, per giocare il gioco degli interessi, tutto ciò che a prima vista non sembra immediatamente passibile di soluzioni concrete; introiettare il principio del rispetto di tutte le compatibilità con ogni esigenza esistente eccetto che con le proprie.