..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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mercoledì 2 novembre 2022

2 Novembre 1811: Luddisti in azione

Il luddismo è stato un movimento di sabotatori che agì principalmente in Gran Bretagna, soprattutto nei primi decenni del XIX secolo, opponendosi in questo modo alla violenza dell'industrializzazione forzata e alle conseguenze che ne derivarono. Il luddismo trae il suo nome da Ned Ludd, operaio, sulla cui effettiva esistenza non si hanno certezze, che sarebbe divenuto il leader dei rivoltosi.

La rivoluzione industriale, che si sviluppò principalmente in Inghilterra determinò un epocale cambiamento socio-economico. In particolare si radicalizzò lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo: divisione del lavoro e conseguente alienazione. A questa massiccia introduzione di macchine nelle fabbriche, molti operai reagirono istintivamente contro di esse, distruggendole e compiendo azioni di sabotaggio.

A capo della rivolta contro le macchine e l’industrializzazione si pose un certo Ned Ludd, un operaio tessile presumibilmente di Anstey, vicino a Leicester. Nel 1779, dopo essere stato frustato con l'accusa di pigrizia sul lavoro o dopo essere stato schernito da giovani del posto, distrusse due telai per maglieria in ciò che fu descritto come un «impeto di passione». Tutto ciò fa riferimento ad un articolo del 20 dicembre 1811 pubblicato sul The Nottingham Review, tuttavia non vi è alcuna prova della veridicità della storia.

John Blackner's, nel suo History of Nottingham, fa invece riferimento ad un certo Ludnam che distrusse alcuni telai per protesta e fu poi imitato da altri operai tessili. Secondo altri ancora Ned Ludd era solo un'invenzione di coloro che distruggevano le macchine e dietro il quale si nascondevano per celare la verità, ovvero che si trattava di una rivolta popolare spontanea che giungeva dal basso.

In ogni caso, a prescindere dall'esistenza o meno di Ned Ludd, si formò un gruppo di sabotatori che si faceva chiamare i Riparatori di ingiustizie e che si definivano seguaci di Ned Ludd. Essi venivano chiamati luddisti e furono particolarmente attivi soprattutto tra il 1811 e il 1817. La prima azione di cui si ha notizia certa fu messa in atto il 12 aprile 1811, quando diverse centinaia di uomini, donne e bambini assaltarono una fabbrica di filati del Nottinghamshire di proprietà di William Cartwright, distruggendo i grandi telai a colpi di mazza e appiccando il fuoco alle installazioni. I luddisti si scagliarono violentemente contro la presenza delle macchine nelle fabbriche, considerate una vera e propria minaccia alla loro vita (alienazione, perdita del lavoro, ecc.), anche in numerose altre città della zona e nel tempo tali azioni si ripeterono costantemente, Nel novembre 1811 molte furono le azioni dei Luddisti, il 2 novembre a Sutton e Ashfield furono distrutti numerosi macchinari. Secondo lo storico Edward Palmer Thompson il luddismo fu l'ultimo atto dei lavoratori dopo il fallimento di tutte i mezzi che la legge consentiva (petizioni, appelli alle autorità ecc.).

La maggior parte dei casi di luddismo o comunque di contestazione delle conseguenze sociali ed economiche della rivoluzione industriale si ebbero in Gran Bretagna. L'anno seguente all'attacco contro la manifattura di William Cartwright, si tenne un processo di massa (164 imputati) che si concluse con tredici condanne a morte. Infatti, il governo inglese aveva introdotto la Framebreaking bill: la pena di morte per la distruzione di una macchina. Solamente Lord Byron aveva osato contestare pubblicamente (27 febbraio 1812) nella Camera dei Lords tale criminale legge, ma nessuno l'aveva ascoltato. Poco prima di abbandonare l'Inghilterra, Byron pubblicherà un poema in cui si legge Down with all the kings but King Ludd («Abbasso tutti i re tranne Re Ludd»).

Nel 1813, George Mellor, uno dei pochi capitani luddisti catturati, fu impiccato. Stessa sorte subirono in seguito altre persone e così, a causa della durissima repressione subita, il movimento ebbe un periodo di stasi, salvo riesplodere nel 1816 in concomitanza con la crisi economica. Un episodio si ebbe il 16 agosto 1819 quando a Saint Peter's Fields, vicino a Manchester, l'esercito caricò una pacifica manifestazione di 50000 persone, provocando undici morti e circa cinquecento feriti. Al di fuori del Regno Unito uno delle rivolte più famose si ebbe a Vienna nel 1819 contro il telaio Jacquar (alienante e precursore di nuovi licenziamenti) e in Svizzera con l'incendio di Uster nel 1832.

martedì 12 aprile 2022

12 Aprile 1811: Luddisti all'assalto a Nottingham

Tra il 1811 e il 1816, migliaia di soldati inglesi hanno combattuto contro i Luddisti, che hanno distrutto le macchine tessili per protestare contro il degrado delle loro condizioni di lavoro e di vita.

All'inizio del diciannovesimo secolo, i lavoratori hanno visto peggiorare le loro condizioni di lavoro e di vita a causa dell'uso di macchinari in attività agricole e industriali, il che ha portato a orari di lavoro più lunghi e più difficili, a ridurre la domanda di lavoro e imposto salari più bassi. La risposta del movimento luddista fu la distruzione dei macchinari.

I luddisti accusarono i datori di lavoro di usare le macchine per produrre componenti scadenti e degradare le condizioni di lavoro dei lavoratori. Il governo ha mobilitato migliaia di soldati per combatterli e gli scontri armati si sono moltiplicati. Nel 1812, l'uomo d'affari William Horsfall, che aveva promesso che il sangue dei Luddisti avrebbe raggiunto la sua sella, fu teso un'imboscata da un gruppo di lavoratori che gli spararono mentre era a cavallo.

Nel 1811, gli uomini d'affari iniziarono a ricevere lettere minacciose firmate da un certo generale Ludd, un personaggio probabilmente immaginario che apparentemente evoca il nome di un apprendista tessitore.

L'attività dei luddisti causò il panico tra i proprietari terrieri inglesi e i grandi uomini d'affari, che vedevano il movimento come un vero pericolo per i loro affari e profitti.

Poi è esploso tutto. È successo ad Arnold, una città vicino a Nottingham, la principale città manifatturiera nell'Inghilterra centrale. L'11 marzo 1811, nella piazza del mercato, i soldati del re disperse un incontro di lavoratori disoccupati . Quella stessa notte, quasi un centinaio di macchine furono distrutte nelle fabbriche dove i salari erano stati abbassati.

Queste furono reazioni collettive spontanee, ma presto acquisirono una certa coerenza. A novembre, nella vicina città di Bulwell, uomini mascherati con mazze, martelli e asce hanno distrutto diversi telai. Nel corso dell'attacco ci fu una sparatoria che mise fine alla vita di un tessitore.

La prima distruzione di un impianto industriale avvenne il 12 aprile 1811, quando trecento lavoratori attaccarono la filanda di William Cartwright nel Nottinghamshire e distrussero i loro telai con colpi di martello. Il piccolo presidio accusato di difendere l'edificio ferì due giovani sellai, John Booth e Samuel Hartley, che furono catturati e morirono senza rivelare i nomi dei loro compagni.

Nel febbraio 1812, il Parlamento approvò il disegno di legge che puniva la distruzione di un telaio con la pena di morte.

La repressione continuò: ci furono 14 esecuzioni e 13 persone furono deportate in Australia. Tuttavia, la mano pesante non fermò i Luddisti al punto che un esercito di dodicimila uomini fu riunito per inseguirli . Questo fatto dimostra il terrore suscitato dai luddisti tra le classi dirigenti , ma parla anche delle dimensioni di quel tipo di guerra civile che ha dovuto affrontare il capitalismo emergente - basato sulla fabbrica, la disciplina del lavoro e la libera concorrenza - con i Luddisti.

Denunciando l'accelerazione del lavoro che li ha incatenati alla macchina , i Luddisti hanno rivelato l'altro lato della tecnologia. Hanno messo in dubbio il progresso tecnico difendendo la cooperazione contro la concorrenza, l'etica contro il profitto. Non è che nella loro ignorante resistenza alle novità hanno negato tutta la tecnologia, ma solo ciò che ha attaccato la comunità. Ecco perché i loro attacchi sono stati precisi: hanno rotto le macchine che appartenevano ai datori di lavoro che producevano oggetti di scarsa qualità, a basso prezzo e con salari peggiori.

La repressione governativa culminò in un terribile processo tenuto a York e nell'esecuzione di 17 Luddisti nel gennaio 1813. Mesi prima, una serie di processi a Lancaster era terminata con otto impiccati e 17 deportati in Tasmania. Le dure punizioni e la ripresa economica che seguirono le guerre napoleoniche decretarono la fine del movimento luddista.

giovedì 7 aprile 2022

Alle origini del luddismo

Il luddismo si appellava alle leggi paternalistiche che imponevano sanzioni «contro gli imprenditori privi di scrupoli e ingiusti» e riconoscevano ai salariati «un ordine riconosciuto, sebbene inferiore». Dove il libero proprietario di fabbrica o il grande cotoniero o il produttore di calze su telai meccanici, che si arricchiva con questi mezzi, fosse visto non solo con gelosia, ma come uomo impegnato in azioni immorali e illecite. I tumulti e la protesta erano mossi in altre parole da una economia morale – di cui facevano parte la tradizione del giusto prezzo e del salario equo – in conflitto all’ideologia del laissez faire, vista non come una legge naturale ma come una imposizione. Tutte le rivendicazioni erano insieme rivolte al passato e all’avvenire; e contenevano in sé l’immagine confusa non tanto di una comunità paternalistica, quanto di una comunità democratica, in cui l’espansione dell’industria fosse regolata in base a priorità etiche, e la ricerca del profitto subordinata alla soddisfazione dei bisogni umani.

Il luddismo ha origine dalle tradizioni popolari: quelle sociali della rivolta popolare, quelle politiche dell’inglese nato libero, quelle religiose del dissenso.

La prima di queste tradizioni sono i tumulti che traggono origine dal carovita, dai pedaggi, dalle gabelle, dall’accisa, dall’introduzione di nuove macchine, dalla recinzione di campi e pascoli comuni, dall’arruolamento forzato. I tumulti per il carovita – imposizioni di un calmiere popolare, blocchi dei carichi di cereali – possono essere violenti ma si collocano nel quadro di un comportamento tradizionale, in quanto trovano la loro legittimazione nei presupposti di un’antica economia a sfondo morale, che bolla di immoralità qualunque metodo consistente nel trarre profitto dalle necessità del popolo rincarando i prezzi dei viveri. Nelle comunità sia urbane sia rurali, una coscienza del consumatore precedette ogni altra forma di antagonismo politico o economico: l’indice più sensibile del malcontento popolare non erano i salari, ma il costo del pane. Le leggi divine della domanda e dell’offerta, per cui la penuria dei beni provoca inevitabilmente una lievitazione dei prezzi, erano ben lontane dall’essere accettate dalla coscienza popolare, in cui perduravano nozioni più antiche di contrattazione faccia a faccia. L’antica economia morale di tipo paternalistico si contrapponeva così alla libera economia di mercato.

La seconda tradizione culturale poggia sul mito dell’inglese nato libero: un mito fondato sulla libertà dal dominio straniero, dall’assolutismo e dall’ingerenza dello Stato, sull’eguaglianza di ricco e povero di fronte alla legge, sulla protezione delle leggi contro le ingerenze di un potere arbitrario, e infine sulla libertà di parola, di pensiero e di coscienza. Su questa base si affermano teorie come quelle di Tom Paine, «ai limiti di una teoria anarchica», secondo cui «nell’istante in cui è abolito il governo formale, la società comincia ad agire».

Terza tradizione culturale, il dissenso religioso. Un esempio: il metodismo, i cui precetti erano quelli della sottomissione personale e della santificazione del lavoro, recitò «la doppia parte di religione degli sfruttatori e di religione degli sfruttati», riuscendo a essere simultaneamente religione della borghesia industriale e di vasti strati della classe proletaria, tanto che tensioni continue insorgevano in seno ad una religione i cui precetti erano pur tuttavia quelli della sottomissione personale e della santificazione del lavoro. Il ribelle politico metodista portava nella sua attività radicale o rivoluzionaria un intenso fervore morale, un senso di devozione e vocazione, una capacità metodista di impegno organizzativo tenace, e un alto grado di responsabilità personale»; in particolare nelle campagne il metodismo poteva prendere una forma improntata a una più viva coscienza di classe, consentendo ai lavoratori dei campi di acquisire «indipendenza e rispetto di sé».

domenica 3 settembre 2017

Il luddismo di Capitan Swing

La nascita del luddismo va individuata nel punto critico dell’abrogazione delle leggi paternalistiche e dell’imposizione dell’economia del laissez-faire alla (e contro la) volontà e coscienza dei lavoratori. Dalla nuova libertà del capitalista di distruggere le consuetudini del mestiere, o con il nuovo macchinario, o con il sistema di fabbrica, o con una concorrenza sfrenata, riducendo i salari, battendo sul prezzo i rivali, e minando il codice di una lavorazione a regola d’arte.
Capitan Swing era il rappresentante dei braccianti. Caratteristica di rilievo del movimento di Swing è la sua multiformità nell’agire. Incendio doloso, lettere minatorie, volantini e manifesti sediziosi, brigantaggio, meeting per i salari, assalti ad ispettori dei poveri, parroci e proprietari, distruzione di vari tipi di macchine. Dietro queste diverse forme d’azione, gli obiettivi fondamentali dei braccianti-luddisti sono però particolarmente ben definiti: ottenere nell’immediato un salario sufficiente per vivere, porre fine alla disoccupazione ed impedire che le macchine agricole snaturino il rapporto uomo-terra. Per raggiungere questo scopo i mezzi usati variano a seconda dell’occasione e delle possibilità che si presentano. Possono seguire la via elementare dei meeting per decidere la somma da chiedere, redigendo un foglio o un documento da presentare ai datori di lavoro, e, nel caso incontrassero resistenza, accompagnano le loro richieste con assemblee illegali e minacce di violenza.
Questa forma di brigantaggio assume proporzioni notevoli soprattutto nelle contee meridionali e centrali dell’Inghilterra, anche se non è tanto questa forma di agitazione, seppur rilevante, quanto la distruzione di macchine ad imprimere il suo marchio a tutto il movimento dei braccianti. Infatti il segno distintivo di Swing non sono tanto gli incendi o le lettere minatorie quanto la distruzione delle macchine agricole.
Le fonti popolari raccontano di Capitan Swing e banda vestiti da gentlemen che viaggiano per le campagne su calessi verdi, fanno misteriose domande sulla misura dei salari e sulle trebbiatrici, distribuiscono denaro e danno fuoco ai pagliai con pallottole incendiarie, razzi, palle di fuoco e altri congegni diabolici (dai giornali dell’epoca citiamo “Sembra che lo strumento incendiario abbia la caratteristica di esplodere lentamente, si accenda ed esploda dopo un certo periodo che è stato collocato sotto il covone”). Per far digerire meglio spiegazioni del genere giunse al ministero dell’interno una lettera da parte del dottor Edmund Skiers, membro della facoltà di medicina di Parigi e del Regio Collegio di Surgeon di Londra, il quale afferma che una miscela di fosforo, zolfo e limatura di ferro può, a contatto con l’acqua, provocare un’accensione improvvisa per un processo di combustione spontanea.

martedì 25 ottobre 2016

Perchè luddisti

I luddisti combatterono un tipo di macchine che contenevano un modo di produzione ingiusto non solo verso di loro, ma verso tutti gli altri popoli e la natura. In questo senso furono l’unico movimento popolare che avesse colto il problema morale del processo industriale ai suoi albori. Invece, l’intera sinistra politica, abbracciando di fatto la fede nella neutralità della tecnologia industriale, contribuì a radicare nella mentalità moderna l’illusione che l’unica soluzione alle ingiustizie della nuova economia era la ridistribuzione del plusvalore prodotto dalle macchine con l’aumento dei salari e la sicurezza sociale. Ciò favorì ancor più lo sviluppo della logica industriale provocando l’automazione e il trasferimento dello sfruttamento degli operai nei paesi più ricchi alla natura e ai paesi più poveri che possiedono le materie prime e la manodopera disposta a lavorare per salari dieci volte più bassi (non solo per la minore sindacalizzazione, ma anche per il cambio favorevole e per la presenza di un vasto mondo rurale su cui scaricare i costi, che nei Paesi industriali sono a carico dei singoli e dello Stato).
I luddisti si opposero a un tipo di disoccupazione nuovo a livello di massa, per i non schiavi: la possibile mancanza di lavoro salariato senza più accesso alle fonti essenziali della sopravvivenza. La civiltà europea, rappresentata dai villaggi di tessitori del Lancashire, coincideva con una società capace di resistere alle crisi dell’arte della lana e del cotone: le comunità contenevano molti mestieri e le loro strutture territoriali, come le antiche città murate, potevano dar da vivere ai suoi abitanti per lunghi periodi di difficoltà economiche. All'operaio della fabbrica fu da allora sottratto ogni elemento dell’ambiente domestico; sua moglie, costretta al lavoro salariato, non fu più in grado di adempiere nemmeno ad una elementare funzione dell’autonomia di sussistenza: l’allattamento.
Le politiche economiche che, hanno creduto nella possibilità di una giustizia sociale tramite la distribuzione della ricchezza prodotta dalle tecnologie industriali, sono inciampate nella loro incapacità ad esprimere un progresso in cui il lavoro riprendesse il sopravvento sul capitale e ritrovasse quella libertà e dignità autonoma, che le economie artigiane e contadine di sussistenza gli avevano impresso prima della devastazione sociale introdotta dall'industria.

domenica 21 agosto 2016

Ned Ludd

The Leader of the Luddites (Il leader dei Luddisti), pittura del 1812
Il luddismo è stato un movimento di sabotatori che agì principalmente in Gran Bretagna, soprattutto nei primi decenni del XIX secolo, opponendosi in questo modo alla violenza dell'industrializzazione forzata e alle conseguenze che ne derivarono. Il luddismo trae il suo nome da Ned Ludd, operaio, sulla cui effettiva esistenza non si hanno certezze, che sarebbe divenuto il leader dei rivoltosi.
La rivoluzione industriale, che si sviluppò principalmente in Inghilterra determinò un epocale cambiamento socio-economico. In particolare si radicalizzò lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo: divisione del lavoro e conseguente alienazione. A questa massiccia introduzione di macchine nelle fabbriche, molti operai reagirono istintivamente contro di esse, distruggendole e compiendo azioni di sabotaggio.
A capo della rivolta contro le macchine e lindustrializzazione si pose un certo Ned Ludd, un operaio tessile presumibilmente di Anstey, vicino a Leicester. Nel 1779, dopo essere stato frustato con l'accusa di pigrizia sul lavoro o dopo essere stato schernito da giovani del posto, distrusse due telai per maglieria in ciò che fu descritto come un «impeto di passione». Tutto ciò fa riferimento ad un articolo del 20 dicembre 1811 pubblicato sul The Nottingham Review, tuttavia non vi è alcuna prova della veridicità della storia.
John Blackner's, nel suo History of Nottingham, fa invece riferimento ad un certo Ludnam che distrusse alcuni telai per protesta e fu poi imitato da altri operai tessili. Secondo altri ancora Ned Ludd era solo un'invenzione di coloro che distruggevano le macchine e dietro il quale si nascondevano per celare la verità, ovvero che si trattava di una rivolta popolare spontanea che giungeva dal basso, senza capi o guide avanguardistiche ma non senza esser disorganizzati.
In ogni caso, a prescindere dall'esistenza o meno di Ned Ludd, si formò un gruppo di sabotatori che si faceva chiamare i Riparatori di ingiustizie e che si definivano seguaci di Ned Ludd. Essi venivano chiamati luddisti o ludditi e furono particolarmente attivi soprattutto tra il 1811 e il 1817. La prima azione di cui si ha notizia certa fu messa in atto il 12 aprile 1811, quando diverse centinaia di uomini, donne e bambini assaltarono una fabbrica di filati del Nottinghamshire di proprietà  di William Cartwright, distruggendo i grandi telai a colpi di mazza e appiccando il fuoco alle installazioni. I luddisti si scagliarono violentemente contro la presenza delle macchine nelle fabbriche, considerate una vera e propria minaccia alla loro vita (alienazione, perdita del lavoro, ecc.), anche in numerose altre città della zona e nel tempo tali azioni si ripeterono costantemente. Secondo lo storico Edward Palmer Thompson il luddismo fu l'ultimo atto dei lavoratori dopo il fallimento di tutte i mezzi che la legge consentiva (petizioni, appelli alle autorità ecc.).
La maggior parte dei casi di luddismo o comunque di contestazione delle conseguenze sociali ed economiche della rivoluzione industriale si ebbero in Gran Bretagna. L'anno seguente all'attacco contro la manifattura di William Cartwright, si tenne un processo di massa (164 imputati) che si concluse con tredici condanne a morte. Infatti, il governo inglese aveva introdotto la Framebreaking bill: la pena di morte per la distruzione di una macchina. Solamente Lord Byron aveva osato contestare pubblicamente (27 febbraio 1812) nella Camera dei Lords tale criminale legge, ma nessuno l'aveva ascoltato. Poco prima di abbandonare l'Inghilterra, Byron pubblicherà  un poema in cui si legge Down with all the kings but King Ludd («Abbasso tutti i re tranne Re Ludd»).
Nel 1813, George Mellor, uno dei pochi capitani luddisti catturati, fu impiccato. Stessa sorte subirono in seguito altre persone e così, a causa della durissima repressione subita, il movimento ebbe un periodo di stasi, salvo riesplodere nel 1816 in concomitanza con la crisi economica. Un episodio si ebbe il 16 agosto 1819 quando a Saint Peter's Fields, vicino a Manchester, l'esercito caricò una pacifica manifestazione di 50000 persone, provocando undici morti e circa cinquecento feriti. Al di fuori del Regno Unito uno delle rivolte più famose si ebbe a Vienna nel 1819 contro il telaio Jacquar (alienante e precursore di nuovi licenziamenti) e in Svizzera con l'incendio di Uster nel 1832.
Marx ed Engels, sin dal 1848, bollarono il luddismo come un ostacolo al normale evolvere degli eventi che scientificamente avrebbero portato alla rivoluzione sociale.
Storicamente quindi, anche a "sinistra", il luddismo, e l'azione diretta in genere, è stato spesso denigrato, incompreso o marginalizzato rispetto all'importanza che realmente ebbe. È da sottolineare che il luddismo nasce e si sviluppa nel periodo in cui gli inglesi concentrarono industrialmente al massimo il loro sforzo anti-napoleonico. In un periodo inoltre in cui l'associazionismo operaio e lo sciopero erano considerati gravissimi reati cospirativi. forse solo un caso che il parlamento inglese abrogò nel 1824 la Combination Acts (una legge anti-operai del 1800), riconoscendo il diritto di associazione, e poi concesse il diritto di sciopero nel 1831?



 
«Non deporremo mai le armi prima che la Camera dei Comuni voti una legge per distruggere tutto il macchinario nocivo alla comunità ed abroghi quella per l'impiccagione dei Fracassatori dei telai. Ma noi, noi non presenteremo mai più nessuna petizione: non serve a nulla! Lotta deve essere». (Proclama di Ned Ludd Tratto da La Rivoluzione industriale, di P. Mantoux)