..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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venerdì 17 novembre 2017

Squat

Con il termine squat s'intende quell'azione volta ad occupare una proprietà pubblica o privata. Gli occupanti o squatters, compiono queste azioni per due ragioni principali: motivazioni economiche e/o politiche.
Il termine squatter - squatter (sku̯å′të) s. ingl. [der. di (to) squat «accovacciarsi» (a sua volta dal fr. ant. esquater «comprimere»), poi «occupare senza averne diritto»] - nel XIX secolo indicava i coloni inglesi che occupavano i territorî liberi dell'Australia senza averne titolo legale.
Le occupazioni di proprietà pubbliche e private si sono susseguite nel corso di tutta la storia dell’umanità. É quindi ben difficile stabilire con precisione il momento della nascita del movimento degli squatters.
§         In Italia le prime occupazioni dei cosiddetti CSOA (Centro Sociale Occupato Autogestito) nascono negli "anni '70", i primi a Milano, con lo scopo di contrastare l'alienazione della vita metropolitana, di promuovere informazione alternativa e controcultura e di sganciarsi dalle restrizioni dei partiti istituzionali.
Un momento drammatico della storia degli squat italiani si è verificato nel marzo del 1998, quando vengono arrestati a Torino tre squatters, Edoardo Massari, Maria Soledad Rosas e Silvano Pelissero, tutti accusati di ecoterrorismo. Dopo il suicidio di "Baleno" (soprannome di Edoardo Massari) e Soledad, Silvano Pelissero viene assolto dalle accuse, rivelatesi infondate, di appartenenza al fantomatico gruppo terroristico dei "Lupi Grigi".
§         In Francia, le prime tracce degli squatters risalgono alla Parigi del 1912, quando l’anarchico Georges Cochon e alcuni operai tappezzieri costituirono l’Unione Sindacale dei Locatieri. La stampa libertaria e les chansonniers (Charles d'Avray, Montéhus...) esaltarono le loro azioni che gli portarono ad occupare hotels, negozi, case e vari luoghi insoliti (la camera dei deputati, caserme, prefetture), divenendo molto conosciuti anche grazie ad un opuscolo pubblicato in «l'Humanité» tra il 17 novembre 1935 e il 17 gennaio 1936.
§         In Australia il termine squatters nasce in riferimento agli agricoltori che, pur non avendo alcun diritto legale, nel XIX secolo occupavano le pubbliche terre. Dal 1824 queste occupazioni sono state via via regolamentate, molte volte senza alcun successo. Purtroppo spesso questi "occupatori" si sono trasformati in grandi proprietari terrieri o in usurpatori dei territori degli aborigeni.
§         In Brasile, le occupazioni sono sempre state una necessità delle comunità più povere, obbligate ad "arrangiarsi" per trovare un tetto sotto cui riparsi. Le Comunità squatters brasiliane non sono altro che quelle che vengono chiamate favelas (es. la favela di Rocinha, Rio de Janeiro, è abitata da circa 500.000 persone, ma in tutto il Brasile si contano circa 25 milioni di persone che vivono nelle favelas). A San Paolo esiste un movimento, l’MSATC, che si prefigge lo scopo di agevolare le occupazioni di massa di case e di edifici abbandonati, utilizzando tutti i mezzi possibili (si avvalgono della collaborazione di avvocati che difendono gli occupanti sulla base della costituzione brasiliana che garantirebbe un tetto a ogni cittadino) per impedire lo sgombero. Esistono anche squatters rurali, come il movimento dei Sem-terra, fortemente osteggiato dalle autorità e dai capitalisti fondiari, che contano approssimativamente 1.5 milione di membri.
L’occupazione e l’autogestione di spazi pubblici (stabili abbandonati, ex fabbriche, ville, case sfitte, ecc.) sono giustificati dalla necessità di liberare degli spazi dall’influenza delle istituzioni e dei partiti. Le occupazioni si sono susseguite in varie città d'Italia, senza scopo di lucro, senza fini commerciali, senza mire partitiche, fino a diventare luoghi di abitazione di alcuni.
Nella quasi totalità dei casi gli occupanti sono impegnati nelle lotte dell'estrema sinistra, della sinistra extra-parlamentare e naturalmente degli anarchici. Sviluppano talvolta progetti legati anche alla diffusione di materiale ed informazioni anarchiche, sganciati però dalle logiche del profitto capitalistico. Gli infoshop sono un classico esempio di questi progetti.
Per riferirsi alle case occupate dagli anarchici spesso si usa la dicitura squat (e squatters per gli "occupanti"), preferita per differenziarsi dalla pratica degli altri centri sociali e per spiegare meglio il genere di lotta specifica che si porta avanti. È il sito web Tuttosquat che spiega il perché di questa scelta:
«Meglio la dicitura squatter anarchici... Abbiamo preso in considerazione il fatto che il termine squat viene usato in tutto l’occidente per indicare gli occupanti di case, dalla Francia, alla Svizzera, all’Inghilterra, alla Germania, agli Stati Uniti, all’Est. Non è una dissertazione sulle etichette ma il nostro modo di vedere le manipolazioni mediatiche rispetto ad un nome e alla dignità della pratica complessiva delle case occupate che investe più globalmente l’autogestione della vita e chiede la sovversione dell’esistente».