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lunedì 16 settembre 2013

I 40 anni di Larks’ Tongues In Aspic

Se vogliamo fissare l’anno di nascita del Rock Progressivo, possiamo dire che il 1969 è quello giusto. In quell’anno nascono i King Crimson, che hanno dato il battesimo al genere, dopo di loro altri gruppi si sono affacciati sulla stessa scena: Genesis, Van Der Graaf Generator, Gentle Giant, Pink Floyd (che nel frattempo hanno abbandonato la psichedelica), Yes, Emerson Like & Palmer …
Il 1970 e il 1971 sono stati il biennio di definizione del linguaggio, il 1972 l’anno dei capolavori; il 1973 si presenta come l’anno dei trionfi ma anche dei punti di non ritorno, della grandeur ma anche della stanchezza e delle disillusioni. Da una parte un buon numero di queste bands, come le ultime due citate, condiscono la loro musica con variazioni sul tema del rock sinfonico, ma è l’aria che tira in quel momento, del resto anche in non progressivi Jethro Tull e Deep Purple lo hanno fatto, dall’altro lato alcune formazioni isolate si danno alla fuga come i rinnovati King Crimson che prendono un’altra direzione.
Gli indiscussi innovatori ripartono da zero, con nuove energie e altra ambizioni, ora più che mai distanti dai colleghi e pronti a dimostrare la propria alterità. Fripp ha in mente una drastica deviazione rispetto al rock sinfonico inventato nel ’69 e seguito da tanti imitatori, puntando alle possibilità offerte offerte dall’improvvisazione. Dopo la rottura con Pete Sinfield, il chitarrista aggrega quattro grandi talenti: trova un nuovo Greg Lake nell’ex Family John Wetton, introduce il violino del giovane David Cross, mette al centro una speciale sezione ritmica con Bill Bruford e il visionario percussionista Jamie Muir, figura straordinaria di sciamano del ritmo proveniente dall’are free jazz. L’idea di base è lasciare alla band dominio strumentale, i limitati spazi cantati vengono colmati con i testi di Richard Palmer-James, membro esterno.
A marzo la prima prova in studio Larks’ Tongues In Aspic è un album rivoluzionario, familiare per la tensione tutta crimsoniana tra raptus e languide melodie ma diverso per la febbrile elettricità che lo percorre, la potenza delle percussioni, la scomparsa dei fiati in favore del violino, la corposa componente improvvisativi, la connessione di rock e musica colta sostiene la critica cogliendo in pieno la visione frippiana del ’73. Le due versione dei brani che danno il titolo all’LP e le crepuscolari Exiles e Book Of Saturday sono tra le migliori proposte del 1973, anno del declino del Rock Progressivo.