..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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domenica 8 settembre 2013

Gli orrori del profitto

Le devastazioni provocate dalla crescita economica sono tali che la società capitalista moderna si caratterizza più per quello che distrugge che per quello che crea. Nessuna opera può ormai essere paragonata alle rovine create dalle sue esigenze. Questo significa, ovviamente, che la sete di benefici che guida il sistema produttivo e per tanto il modo di vivere che esso comporta viene spenta malgrado la valanga di danni per la popolazione, che vanno dai rischi per la salute (l'inquinamento provoca un quarto delle malattie) fino ai disastri ambientali. La distruzione ha raggiunto un livello talmente elevato che il contrasto tra interessi privati e danni pubblici diventa visibile anche ai più ritardati. E'a questo punto che dalle alte sfere del potere parlano di conflitto ambientale e territoriale, di cultura del no e di governance interattiva. E' da un po' di tempo che i problemi legati al lavoro hanno smesso di essere fonte di preoccupazione per i dirigenti, come dimostra il fatto che più del 40% dei lavoratori guadagni meno di 1000 euro al mese: questo grazie al fatto che, sotto la minaccia di precarietà e di esclusione, i meccanismi di controllo e di integrazione funzionano perfettamente. Non è così in altri casi dato che il fallimento dell'ecologismo politico ha fatto emergere la questione sociale, espulsa dai quartieri e dalle fabbriche, nelle lotte chiamate a torto ambientali e in particolare nella difesa del territorio, senza ruolo di contenimento e dispersione della "democrazia partecipativa". Nonostante tutto, questo emergere non è stato così tanto travolgente da produrre  un fenomeno di coscienza generalizzato e alle lotte resta ancora tanta strada da fare.