..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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martedì 20 dicembre 2016

La solidarietà

Ogni essere umano vive e prospera in virtù di un principio che gli è inerente e che determina la sua natura particolare; principio che non gli è imposto da qualsiasi legislatore divino ma é invece il risultato prolungato e costante di una combinazione di cause e di effetti naturali. E questo principio non é nell'uomo come un'anima nel suo corpo, secondo l’assurda immaginazione degli idealisti, ma non è che un effetto del modo in cui si manifesta la sua esistenza reale.
Per la specie umana, come per tutte le altre specie animali, ha principi che le sono propriamente inerenti; e tutti questi principi si riducono o si riassumono in uno solo che noi chiamiamo Solidarietà.
Tale principio può formularsi in questo modo:
"Nessun essere umano può riconoscere la sua umanità, né per conseguenza realizzarla nella vita, se non riconoscendola negli altri e cooperando per tale realizzazione. Nessun uomo può emanciparsi finché non procuri di emancipare gli altri. La mia libertà sta nella libertà di tutto il mondo, poiché io non posso essere realmente libero, e libero non solo nelle idee ma anche nelle azioni, se la mia libertà e il mio diritto non abbiano conferma e sanzione nella libertà e nel diritto di tutti gli uomini a me eguali" (Michele Bakunin).
Le condizioni d'esistenza degli altri uomini é per me fatto importante, perché l'individuo più indipendente che io mi immagini o che mi sembri tale per la sua posizione sociale, sia esso papa, re, presidente o primo ministro, é sempre il prodotto dello stato sociale in cui vivono gli altri uomini, i più umili. Se essi sono ignoranti, miserabili e schiavi, la mia esistenza viene determinata dalla loro ignoranza, dalla loro miseria e dalla loro schiavitù. Io, uomo illustre ed intelligente, per esempio, sono una bestia davanti alla scempiaggine altrui: io valoroso, sono schiavo per la loro servitù; io ricco, tremo davanti alla loro miseria; io privilegiato, impallidisco davanti alla loro giustizia; io infine, cercando di essere libero, non posso esserlo se intorno a me gli uomini non abbiano pari aspirazione, e quindi impieghino contro di me tutti gli strumenti della loro oppressione.