
Il criterio
dell'Azione diretta, ispirato ai principi della disobbedienza civile, include
forme di protesta nonviolenta come i sit-in o tree-sitting, i raduni
eco-pacifisti, il guerrilla-theatre, nonché le forme piu estreme collegate alle
pratiche del sabotaggio ecologico (monkeywrenching). Flessibilità e capacità di
adattarsi alle situazioni porta inoltre gli attivisti del movimento a non
disdegnare di servirsi, all'occasione, di mezzi legali come le campagne di
pressione per lettera o e-mail, la documentazione e raccolta di dati, la causa
intentata contro privati responsabili di comportamenti non in linea con la
legislazione sull'ambiente. Tali strategie vengono ritenute in alcuni casi
necessarie, ma assolutamente non sostitutive dell'azione diretta nelle sue
varie forme, definita come uno sforzo personale e focalizzato in prima
linea nella guerra condotta contro il pianeta. Occorre rivendicare la funzione
dell'arresto o della disobbedienza civile nel richiamare l'attenzione sui
problemi della difesa delle foreste, della biodiversità e della wilderness.
Nel movimento,
oggetto di dibattito particolare e l'opportunità di accettare o incoraggiare
una strategia nonviolenta ma fortemente illegale come il sabotaggio ecologico,
visto come massima forma di disobbedienza civile, da adottarsi in casi estremi:
esso non viene ufficialmente riconosciuto ma parecchi attivisti lo praticano a
titolo individuale (in ogni caso, con obiettivi mirati e modalità il più
possibile nonviolente).