La scuola non è
soltanto la nuova religione universale. È anche il mercato del lavoro in più rapida
espansione che ci sia oggi nel mondo. La fabbricazione di consumatori è
diventata il principale settore in sviluppo dell’economia. Nelle nazioni
ricche, man mano che diminuiscono i costi di produzione, si assiste a una
crescente concentrazione sia del capitale che del lavoro nella gigantesca
impresa di preparare l'uomo a un consumo disciplinato. Nell'ultimo decennio gli
investimenti di capitale in rapporto diretto con il sistema scolastico sono
aumentati ancor più rapidamente delle spese per la difesa. La scuola offre
occasioni illimitate di sprechi legittimi, fin quando non ci si renderà conto
della sua distruttività e continuerà ad aumentare il costo dei palliativi. Se
aggiungiamo agli insegnanti a tempo pieno i frequentatori a tempo pieno, ci
accorgiamo che questa cosiddetta sovrastruttura è diventata il maggior datore
di lavoro della nostra società.
È un fatto che
viene spesso dimenticato dagli studiosi neomarxisti, i quali dicono che il
processo di descolarizzazione dovrebbe essere rinviato o accantonato fin quando
una rivoluzione economica e politica non avrà posto rimedio ad altre
disfunzioni, ritenute tradizionalmente più fondamentali. Ma solo considerando
la scuola un'industria si può programmare una strategia rivoluzionaria
realistica. Per Marx il costo di produzione della richiesta di merci aveva
un'importanza trascurabile. Oggi la maggior parte della manodopera umana è
impegnata nel produrre richieste che possano essere soddisfatte da un'industria
a forte intensità di capitale. La massima parte di questo lavoro viene fatto
nella scuola.
Nello schema
tradizionale, l'alienazione era una conseguenza diretta della trasformazione
dell'attività lavorativa in lavoro salariato, che toglieva all'uomo la
possibilità di creare e di essere ricreato. Oggi invece i giovani vengono
alienati in partenza dalle scuole che li isolano mentre pretendono di essere
sia produttrici che consumatrici della propria conoscenza, la quale è concepita
come una merce messa sul mercato nella scuola. La scuola fa dell'alienazione
una preparazione alla vita, togliendo così realtà all'istruzione e creatività
al lavoro. Con l'insegnare la necessità di assoggettarsi all'insegnamento,
prepara all'istituzionalizzazione alienante della vita. Una volta imparata
questa lezione, le persone perdono l'incentivo a svilupparsi in modo
indipendente, non trovano più niente che le attragga nello stato di reciproca
relazione e si chiudono alle sorprese che la vita offre quando non è
predeterminata dalla delimitazione istituzionale. E la scuola, direttamente o
indirettamente, impiega una percentuale importante della popolazione. O tiene
con se una persona per tutta la vita o fa in modo che essa si inserisca
saldamente in qualche altra istituzione. La nuova chiesa universale è
l'industria del sapere, che per un numero crescente di anni fornisce
all’individuo sia l'oppio sia il banco di lavoro. Per questo la
descolarizzazione è la premessa indispensabile di qualunque movimento per la
liberazione dell'uomo.