Per almeno 5000 anni i movimenti
popolari si sono concentrati sulle lotte per il “debito”. C'è una ragione per
tutto questo: il debito è il mezzo più efficiente mai creato per mantenere
relazioni fondamentalmente basate sulla violenza e su diseguaglianze violente,
facendole sembrare giuste ed eticamente corrette. Quando il trucco non funziona
più, esplode tutto. E quello che sta accadendo adesso. Il debito ha chiaramente
dimostrato di essere il fattore di maggior debolezza del sistema, il punto in
cui si perde il controllo e consente agli oppositori infinite opportunità di
gestione. Si parla di sciopero del debito, di cartello dei debitori. Si
potrebbe iniziare con garanzie contro gli sfratti: di quartiere in quartiere,
aiutandoci gli uni con gli altri. La forza della contrapposizione non sta solo
nello sfidare i regimi del debito, ma nello sfidare la vera anima del
capitalismo, la sua base morale, ora svelata da una serie di promesse tradite,
per fare ciò occorre creare una nuova realtà.
Un debito è solo una promessa e
il mondo di oggi è pieno di promesse che non sono state mantenute.
Tutto questo sistema si sta
sbriciolando. Quello che rimane è solo ciò che riusciamo a prometterci a
vicenda, direttamente, senza la mediazione di burocrazie economiche e/o
politiche. La rivoluzione inizia con il chiedersi: che tipo di promesse fanno
gli uomini e le donne liberi e come possiamo costruire un mondo nuovo
attraverso queste promesse?