..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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lunedì 15 ottobre 2012

Non cemento ma orti

In un epoca il cui ritorno del capro espiatorio permette ai politici di rivoltare la collera suscitata dalla dittatura dei poteri finanziari contro lo zingaro, l’ebreo, l’arabo, l’omosessuale, lo straniero quello di fuori, la nostra decisione di creare collettivamente degli spazi e del tempo liberato dal controllo poliziesco della merce deve rimanere il nostro obiettivo primario, perché luoghi di attività siffatti restaurano contemporaneamente la solidarietà e la gratuità, entrambe incompatibili con le dittature del denaro e del potere.
Di questo pianeta devastato ovunque dalla cupidigia, sterilizzato dal profitto, cementificato dal calcolo egoista e assurdo, tocca a noi strapparlo alle multinazionali che lo condannano al deperimento per trarne un ultimo beneficio che investono stupidamente in una bolla speculativa destinata all’implosione.
Riappropriarsi dell’acqua, fertilizzare il suolo, ricorrere alle energie rinnovabili e gratuite, istaurare l’autogestione generalizzata ecco i soli mezzi per salvare la società dal disastro del quale la minaccia quel denaro impazzito che gira a vuoto sfiancandosi e sfiancando quel che rimane di vivo in noi e intorno a noi. La sola arma assoluta capace di sradicare l’economia mercantile è la gratuità della vita, una vita che ha la facoltà di propagarsi per effetto di risonanza.
Non cemento ma orti è un grido di resistenza gioiosa che si diffonderà dappertutto, sradicando poco a poco l’odio nato dalla frustrazione e dal sentimento di essere esclusi dalla propria vita. Vogliamo ritrovare il fascino dell’erranza urbana, il matrimonio tra l’utile e la bellezza, la luminosità di un’orticultura dove possano fiorire anche le opere d’arte che tanti artisti anonimi non hanno mai avuto l’occasione di offrire allo sguardo altrui. Vogliamo disporre liberamente di zone di creazione, di sogno, di poesia; abbiamo un diritto imprescrittibile al godimento dei luoghi dove la vita si restaura per partire all’assalto di un mondo principalmente governato dalla morte.
Non abbiamo bisogno di armi ma sapremo mostrare che le armi del denaro, della corruzione e del potere non vinceranno contro di noi.