
Più di ventimila le persone che hanno animato il corteo che, partito da piazza Adriano, ha attraversato la città fino a raggiungere il cuore del centro torinese. Nonostante le numerose provocazioni e i rallentamenti messi in campo dalle forze dell'ordine per ostacolare l'arrivo dei No Tav dal resto d'Italia (cancellazione di treni, fermo dei bus, richieste di identificazione), intorno alle 15.30 la manifestazione ha mosso i suoi primi passi e il colpo d'occhio rivelava fin da subito la grandissima partecipazione. Tutt'attorno, lo scenario desolante dato dal mastodontico quanto ignobile apparato predisposto dalla Questura: reti e new jersey, blindati, uomini della Digos appostati sui tetti, elicotteri che sorvolavano il cielo, il tutto per difendere un Palazzo di Giustizia completamente vuoto ed evacuato già da metà della mattina. Il ritornello martellante intonato all'unisono da tutti i media mainstream già nei giorni scorsi, ansiosi di sbattere in prima pagina il nemico pubblico No Tav creando inutili allarmismi, è proseguito anche durante il corteo, con la solita schiera di pennivendoli a caccia di qualche colpa o responsabilità da addossare al movimento del treno crociato, fosse anche solo l'affissione di qualche manifesto o il "disagio" per i turisti (quest'ultimo, peraltro, causato dalla militarizzazione soffocante che circondava l'interno percorso del corteo, e non certo dalla manifestazione in sè!).

Il volto di tutto ciò che rappresenta attualmente la lotta No Tav si leggeva nella partecipazione stessa che animava il corteo, aperto dal grosso striscione che recitava "siamo tutti colpevoli di resistere" e dai familiari dei quattro arrestati: tanti valligiani ma anche migliaia di persone arrivate da tutta Italia, a ennesima riprova di come i confini di questa battaglia siano ormai ben più ampi di quelli della Valle di Susa, scrittori e attori che nelle scorse settimane hanno espresso pubblicamente il proprio supporto alla giornata di oggi, studenti e giovanissimi, occupanti di case e movimenti per il diritto all'abitare, realtà di lotta che da Nord a Sud si battono contro la devastazione dei territori e per la difesa dei beni comuni. Ma soprattutto tanti semplici cittadini torinesi che oggi riconoscono nella lotta No Tav un'opzione di riscatto alla crisi, al sistema-città fondato su debito, speculazioni e grandi eventi, un'alternativa valida e concreta a un presente di miseria e impoverimento e a un modello di sviluppo predatorio e devastante.

E molti anche gli appuntamenti su cui il corteo ha rilanciato per continuare a lottare: il 13 maggio in Valle di Susa, a un anno dai fatti di cui sono accusati Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, per ricordare ironicamente assieme "la morte del compressore", il 15 maggio sotto la Cassazione a Roma, data nella quale la corte si esprimerà sull'accusa di terrorismo, e il 22 sotto il Tribunale di Torino in occasione dell'apertura del processo. Ma guardando più avanti è stato anche ricordato con forza l'impegno a costruire assieme nelle settimane a venire la contestazione al vertice europeo sull'occupazione giovanile che si terrà l'11 luglio a Torino.
...a sarà dura! Liberi tutti!