
L’accusa di terrorismo è caduta. I quattro, che in
aula avevano rivendicato l’azione, sono stati assolti dall’accusa di attentato
con finalità di terrorismo. Sono stati condannati a tre anni e mezzo di
reclusione per detenzione di armi da guerra, danneggiamento e incendio,
resistenza a pubblico ufficiale.
Sono state rigettate integralmente le richieste
risarcitorie delle parti civili, il governo e il Sap, il sindacato di polizia
di estrema destra, che lamentavano un danno all’immagine.
Il movimento No Tav nell’anno intercorso
dall’arresto di Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò ha in varie occasioni ribadito
che il processo ai quattro No Tav è un processo al movimento nel suo insieme,
che ha fatto propria la pratica del sabotaggio non violento.

I due PM al processo Andrea Padalino e Antonio Rinaudo
hanno continuato a sostenere l’accusa di terrorismo, nonostante un
pronunciamento in senso inverso della Cassazione: oggi sono stati
clamorosamente smentiti.
Il cardine dell’accusa era l’articolo 270 sexies,
che definisce la “finalità di terroriamo” indicata negli articoli 280 e 280 bis
che i due PM torinesi avrebbero voluto applicare ai quattro No Tav e ad altri
tre arrestati a luglio per lo stesso episodio ma accusati di terrorismo solo lo
scorso 9 dicembre. A gennaio il tribunale del riesame avrà sul tavolo della
sentenza di oggi.
Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò sono in carcere
da oltre un anno, rinchiusi in regime di alta sicurezza, spesso isolati,
lontani dai propri compagni ed affetti, la corrispondenza sottoposta a censura.
In queste settimane numerose sono state le
iniziative di solidarietà concreta con gli attivisti sotto accusa:dalle
migliaia di No tav che hanno dato vita alla fiaccolata del 7 dicembre a Susa,
sino ai blocchi stradali e ferroviari dell’8 dicembre, per giungere ai blocchi
di treni a Roma, Vercelli, Trento. In tarda mattinata, dopo la sentenza, la A32
è stata brevemente bloccata da un gruppo di No Tav.
Il movimento No Tav si è dato appuntamento alle
17,30 nella piazza del mercato di Bussoleno, per una prima risposta alla sentenza.
La valle è blindata da questa mattina, numerosi
sono i posti di blocco sulle statali e l’autostrada, il dispositivo di
sicurezza intorno al cantiere è stato rafforzato. Al di là dell’umana soddisfazione per la caduta
dell’accusa più grave, resta una condanna a tre anni e mezzo, per un gesto che,
se la parola giustizia avesse un senso, dovrebbe essere elogiato.