La pratica rivoluzionaria deve spazzare
via ogni residuo ideologico e mitico che il mercato culturale e il
conservatorismo del PCI, dei sindacati e dei loro alleati tentano di opporre
come ultimo baluardo di fronte all’inevitabilità della loro scomparsa voluta
dalla feccia proletaria emergente dalla società di classe. I “contestatori”
della cosiddetta sinistra extraparlamentare sono i tristi epigoni dei
fallimenti storici del movimento operaio ed impiegano ogni arte
magico-ideologica per mettere le briglie all’onda rivoluzionaria e assicurarsi
la gestione burocratica del futuro assetto sociale.
Acheronte intende essere l’espressione
del minimo di coerenza finora raggiunto dai proletari organizzati
soggettivamente e il massimo di spietatezza nei confronti dei falsi
rivoluzionari.
Acheronte, organo dell’Organizzazione
Consiliare, intende praticare il massimo di settarismo nei confronti dei nemici
- dichiarati ed occulti – del proletariato moderno e, nel contempo, il massimo
di apertura dialettica nei confronti dei sinceri rivoluzionari già in marcia
verso la critica pratica della società presente, per l’instaurazione del potere
assoluto dei Consigli Proletari.
La moderna teoria proletaria ci
distingue no solo da coloro che vaneggiano sul Partito, vecchio o nuovo,ma
anche da coloro i quali, riproponendo la logora tematica dei consigli operai,
contrabbandano per novità le sconfitte storiche del proletariato, non
rendendosi conto che solo l’autogestione generalizzata porterà alla distruzione
pratica degli operai in quanto classe separata, per la realizzazione della
felicità idonea al capovolgimento della sopravvivenza socializzata.
(ACHERONTE numero due, Ciclostilato in proprio
Torino, 17/3/1971)