Nella società industriale dello sviluppo
ad ogni costo la concentrazione di popolazioni massificate in spazi asfaltati e
urbanizzati, le conurbazioni, sottomesse a una classe dominante alquanto mobile
e gerarchizzata, ha bisogno di un apparato di potere complesso e rafforzato,
una sofisticata megamacchina. Nei periodi di transizione il mantenimento
delle condizioni essenziali al capitalismo costringe lo Stato non solo a
sacrificare la politica autonoma ma anche a ridurre il personale burocratico,
di modo che risulti infondata l’alternativa tra uno Stato democratico che
trabocca di rappresentanti e un altro autoritario in cui le cariche arbitrarie
siano cumulative. In una società schiava dei mercati lo Stato non ha altra
scelta che quella di diventare creditore o debitore: l’uno può nascondersi
dietro un’immagine più democratica quando si tratta di imporre le misure
terroristiche necessarie al buon funzionamento dell’economia; l’altro deve piegarsi
agli ordini di istanze esterne dettate da uno Stato più potente, come ad esmpio
la Germania.
Al contrario, una società libera dai
condizionamenti politici, quindi emancipata tanto dallo Stato quanto dal
mercato. È una società senza cariche elettive, senza decisori né assessori,
senza dirigenti né esperti, che deve funzionare al di fuori della politica
professionale e dell’economia divenuta autonoma. Questo significa che deve
ricreare al suo interno le condizioni non capitaliste sufficienti a garantire
delle modalità di funzionamento democratico orizzontale abbastanza solide da
rendere possibile un’esistenza senza capitale né Stato. Per citare Proudhon,
essa deve: ”trovare una forma di transazione che, riducendo a unità la
divergenza degli interessi, identificando il bene particolare e il bene
generale, cancellando la diseguaglianza della natura per mezzo dell’educazione,
risolva tutte le contraddizioni politiche ed economiche; in cui ogni individuo
sia ugualmente e sinonimicamente produttore e consumatore, cittadino e
principe, amministratore e amministrato; in cui la sua libertà aumenti sempre,
senza che egli debba mai alienare nulla; in cui il suo benessere cresca
indefinitamente, senza che egli possa subire, da parte della Società e dei suoi
concittadini alcun pregiudizio, né nella sua proprietà, né nel suo lavoro, né
nel suo reddito, né nei suoi rapporti d’interesse, di opinione e di affetto
verso i suoi simili”.