"Il mio sistema
non riconosce né l'utilità, né la possibilità stessa di una rivoluzione diversa
da quella spontanea, popolare e sociale. Sono profondamente convinto che qualsiasi
altra rivoluzione è disonesta, nociva e funesta per la libertà e per il popolo,
perché riporta una nuova miseria e una nuova schiavitù per il popolo; inoltre, e
questo è l'essenziale, qualsiasi altra rivoluzione è diventata impossibile, irrealizzabile
e inattuabile. La centralizzazione e la civiltà progredita, le ferrovie, il telegrafo,
i nuovi armamenti e la nuova organizzazione degli eserciti, la scienza dell'amministrazione
in genere, cioè la scienza dell'assoggettamento e dello sfruttamento sistematico
delle masse popolari, della repressione delle rivolte popolari e di qualsiasi altra
rivolta, scienza così accuratamente elaborata, sperimentata con l'esperienza e perfezionata
durante gli ultimi settantacinque anni di storia contemporanea - tutto ciò ha fornito
attualmente allo Stato una potenza tanto grande che tutti i tentativi artificiali,
segreti, di cospirazione al di fuori del popolo, come pure gli attacchi improvvisi,
le sorprese e i colpi di mano, sono destinati a essere schiacciati da questa forza;
lo Stato può essere vinto e abbattuto soltanto dalla rivoluzione spontanea, popolare
e sociale."
(da una lettera di Mikhail Bakunin riguardante la sua
rottura con Serguei Necaev, 2 giugno 1870)
"Noi vogliamo
dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo;
noi vogliamo che gli uomini, affratellati da una solidarietà cosciente e voluta,
cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; noi vogliamo che la società
sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere
il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà,
amore, scienza. E per raggiungere questo scopo supremo noi crediamo necessario che
i mezzi di produzione siano a disposizione di tutti, e che nessun uomo, o gruppo
di uomini possa obbligare gli altri a sottostare alla
sua volontà né esercitare
la sua influenza altrimenti che con la forza della ragione e dell'esempio.
Dunque: espropriazione
dei detentori del suolo e del capitale a vantaggio di tutti ed abolizione del governo.
Ed aspettando che
questo si possa fare: propaganda dell'ideale, organizzazione delle forze popolari,
lotta continua, pacifica o violenta secondo le circostanze, contro il governo e
contro i proprietari, per conquistare quanto più si può di libertà e di benessere
per tutti.
(Programma anarchico di Errico Malatesta 1920)