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Friedrich
Nietzeche
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Questo mondo è un mostro di forza, senza
principio, senza fine, una quantità di energia fissa e bronzea, che non diventa
né grande né più piccola, che non si consuma, ma solo si trasforma, che nella sua
totalità è una grandezza invariabile, un'economia senza profitti né perdite, ma
anche senza incremento, senza entrate, circondata dal nulla come dal suo limite;
non svanisce né si sperpera, non è infinitamente esteso, ma inserito come un'energia
determinata in uno spazio determinato, e non in uno spazio che in qualche punto
sia vuoto, ma che è dappertutto pieno di forze, un gioco di forze, di onde di energia
che è insieme uno e molteplice, di forze che qui si accumulano e là diminuiscono,
un mare di forze che fluiscono e si agitano in se stesse, in eterna trasformazione,
che scorrono in eterno a ritroso, un mondo che ritorna in anni incalcolabili, il
perpetuo fluttuare delle sue forme, in evoluzione dalle più semplici alle più complesse;
un mondo che da ciò che è più calmo, rigido, freddo, trapassa in ciò che è più ardente,
selvaggio, contraddittorio, e poi dall'abbondanza torna di nuovo alla semplicità,
dal gioco delle contraddizioni torna al gusto dell'armonia e afferma se stesso anche
nell'eguaglianza delle sue vie e dei suoi anni, e benedice se stesso come ciò che
deve eternamente tornare, come un divenire che non conosce né sazietà, né disgusto,
né stanchezza.