In Russia e in
Ucraina c’è chi rifiuta la guerra e il militarismo, chi getta la divisa perché
non vuole uccidere e non vuole morire per spostare il confine di uno Stato.
Ogni anno il 4
novembre, nell’anniversario della “vittoria”, in Italia si festeggiano le forze
armate, si festeggia un immane massacro: 16 milioni di morti. Sul solo fronte
nord est della penisola ci furono 600.000 morti.
Durante la prima guerra mondiale, su tutti i fronti, tanti disertarono pur sapendo che la loro vita sarebbe finita davanti ad un plotone di esecuzione. Anche allora, in tanti, su tutti i fronti, gettarono la loro divisa perché non volevano uccidere quelli che i loro superiori chiamavano "nemici". Tanti allora, come oggi, avevano capito che i loro veri nemici erano chi li avevano mandati in trincea a combattere e ad uccidere.
Dalle trincee
della grande guerra sino alla Russia e all’Ucraina c’è chi rifiuta la guerra e
il militarismo, c’è chi getta la divisa perché non vuole uccidere e non vuole
morire per spostare il confine di uno Stato.
In memoria dei
disertori e dei senzapatria di allora, in solidarietà a chi oggi rifiuta
l’arruolamento in Russia come in Ucraina, oggi è una giornata di lotta per la
cancellazione di tutte le frontiere, per l’accoglienza di chi fugge
l’arruolamento forzato, per il ritiro delle missioni militari all’estero.
Sosteniamo chi
si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Sosteniamo chi si oppone a tutte le guerre! Apriamo le frontiere ad obiettori
e disertori! Facciamo diventare il 4 novembre la "Giornata dei
disertori".
Né con l'Ucraina né con la Russia,
ma con il popolo ucraino e con il popolo russo!
Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!