Dal momento in cui il popolo in rivolta rinuncia alla
sua volontà per seguire quella dei suoi consiglieri, perde l'impiego della sua libertà
e incorona, con l'ambiguo titolo di dirigenti rivoluzionari, i suoi oppressori di
domani. In ciò consiste, in qualche sorta, l'astuzia del potere parcellare: esso
genera delle rivoluzioni parcellari, scisse dal rovesciamento di prospettiva, separate
dalla totalità; paradossalmente dissociate dal proletariato che le fa. Come potrebbe
la totalità delle libertà rivendicate accontentarsi di qualche briciola delle libertà
conquistate senza fare subito le spese di un regime totalitario? Si è creduto di
vedervi una maledizione: la rivoluzione che divora i suoi figli: come se la sconfitta
di Makhno, l'annientamento di Kronstadt, l'assassinio di Durruti non fossero già
stati implicati dalla struttura dei nuclei bolscevichi iniziali, forse anche dai
modi autoritari di Marx nella Prima Internazionale. Necessità storica e ragione
di stato non sono che necessità e ragione dei dirigenti chiamati ad avallare il
loro abbandono del progetto rivoluzionario, il loro abbandono della radicalità.
La nuova ondata insurrezionale riunisce oggi dei giovani che si sono tenuti lontani
dalla politica specializzata, che sia di sinistra o di destra, o che vi sono passati
rapidamente, il tempo di un errore di giudizio o di un'ignoranza scusabili. Nel
maremoto nichilista, tutti i fiumi si confondono. Ciò che importa è solo l'al di
là di questa confusione. La rivoluzione della vita quotidiana sarà la rivoluzione
di quelli che, ritrovando con maggiore o minore facilità i germi di realizzazione
totale conservati, contrastati, nascosti nelle ideologie di ogni genere, avranno
per ciò stesso cessato di essere mistificati e mistificatori.
..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione
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lunedì 26 dicembre 2022
“I dirigenti rivoluzionari”
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