La quarta rivoluzione industriale, teorizzata Klaus Schwab
fondatore e direttore esecutivo del World Economic Forum, consiste in una accelerazione
tecnologica e digitale già in atto, destinata a modificare radicalmente il nostro
modo di vivere, lavorare e relazionarsi gli uni agli altri. Flussi di big data,
intelligenza artificiale, automazione, smart city, cyborg, internet delle cose,
sanità digitale, 5G: il transumanesimo, che rappresenta il sostrato politico e filosofico
della quarta rivoluzione industriale, mette in discussione il significato stesso
di “essere umano” attraverso una nuova configurazione del rapporto tra le sfere
fisica, biologica e digitale. Schwab individua e analizza nel dettaglio ventiquattro
innovazioni tecnologiche che si dovrebbero plausibilmente verificare entro il 2025
e che creeranno questo nuovo ordine economico e sociale, secondo un processo ineluttabile
di fronte al quale egli paventa un unico grande pericolo: L’altro lato oscuro di
questa rivoluzione è la paura che genera nelle persone. Soprattutto contro i leader
e contro le élite, che sono ritenute le prime responsabili di questi cambiamenti.
Se nel mondo stanno crescendo tante forze di opposizione che demonizzano le élite,
sia politiche che economiche, è perché il timore aumenta. È una reazione simile
a quello che fu il luddismo nella prima rivoluzione industriale, ovvero la risposta
violenta all’introduzione delle macchine. Tuttavia, questa rivoluzione c’è e non
si può fermare. Si può solo indirizzare nel modo migliore possibile.
Il capitalismo della sorveglianza si presenta come il
complemento economico reso possibile dalla quarta rivoluzione industriale. Il capitalismo
della sorveglianza si appropria dell’esperienza umana usandola come materia prima
da trasformare in dati sui comportamenti. Alcuni di questi dati vengono usati per
migliorare prodotti o servizi, ma il resto diviene un surplus comportamentale privato,
sottoposto a un processo di lavorazione avanzato noto come “intelligenza artificiale”
per essere trasformato in prodotti predittivi in grado di vaticinare cosa faremo
immediatamente, tra poco e tra molto tempo. Infine, questi prodotti predittivi vengono
scambiati in un nuovo tipo di mercato per le previsioni comportamentali: “mercato
dei comportamenti futuri”.