Nel corso del
suo sviluppo, il capitalismo industriale aveva favorito il fiorire di nuove
invenzioni (elettricità, macchina a vapore, ferrovia). Quel che restava di
ricerca indipendente è ormai sottomesso all'esteso controllo degli interessi di
mercato che gestiscono i bilanci. Il capitalismo finanziario produce un vuoto
della scienza e della coscienza. Questo vuoto "di cui la natura ha
orrore", rivela altre vie possibili, incoraggia l'esplorazione di un
sapere originato dalla vita e non più dalla sopravvivenza com'è stato finora.
Fisica, biologia, arte, medicina sono in cerca di una rifondazione radicale.
Mentre gli ambienti scientifici, sotto lo choc del coronavirus, hanno perso
credibilità per la loro incompetenza, le loro menzogne e la loro arroganza, la
curiosità e il gusto della ricerca sono in cerca di un nuovo dinamismo. Tenuti
al margine dalle lobbie scientifiche, molti ricercatori aspirano alla libertà
di pescare nella vita inesplorata quel che può migliorare la nostra esistenza
quotidiana e il suo ambiente.
a) Le
collettività locali e regionali devono sostenere progetti che contribuiscano
alla gratuità dell'elettricità e del riscaldamento. Solo l'ingegnosità e
l'ostinazione permetteranno di soppiantare l'egemonia delle mafie verde-dollaro
sulle energie rinnovabili.
b) Lo stesso
vale per l'autorganizzazione della mobilità che richiede la messa a punto di
trasporti gratuiti e non inquinanti. Non tocca forse alle collettività locali
il compito di reinventare quel che lo Stato e le mafie petrolifere hanno
distrutto?
c) Non c'è
nessun bisogno di visioni apocalittiche per capire che siamo nel cuore di una
mutazione di civiltà. Se tutto cambia di base, ciò significa anche che le
decisioni da prendere in materia di ambiente dipendono esclusivamente dalle
assemblee comunali e regionali, tralasciando referendum patrocinati dallo Stato
inquinatore.