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giovedì 6 dicembre 2012

ThyssenKrupp: strage capitalista


Le stragi capitaliste vengono spesso definite dai media, dolcificandone il senso, "morti bianche". Con questo termine ci si riferisce alla morte di persone avvenute sul luogo di lavoro, generalmente a causa della totale o parziale mancanza di rispetto delle più elementari norme di sicurezza. Per il capitalista investire in sicurezza significa ridurre i profitti e per questo preferisce trascurare tale aspetto, spesso con il silenzio dei sindacati e delle istituzioni.
Nella notte tra il 5-6 dicembre 2007, presso lo stabilimento di Torino della ThyssenKrupp, una vasca di olio bollente, utilizzato per il raffreddamento dei laminati, ha preso fuoco, ma mentre il gruppo degli operai cercava di spegnere le fiamme con gli estintori prima, e con le manichette poi, è stato investito da una enorme fiammata sprigionata da una tubatura d'olio ad alta pressione, che ha ceduto e l'olio nebulizzato è uscito prendendo fuoco, investendo in pieno gli operai intenti nel tentativo di domare il principio di incendio e causandone, in tempi diversi, la morte. Immediatamente il reparto è diventato un inferno.
Poiché l'impianto di Torino era in fase di dismissione, con la concentrazione dell’azienda a Terni, l’azienda ha ridotto consistentemente la manutenzione degli impianti e tralasciato di seguire le norme di sicurezza. Per questo motivo gli estintori che avrebbero dovuto spegnere i fuochi sono stati trovati in parte vuoti e per questo il gruppo di operai era in servizio da più di 4 ore rispetto al normale turno lavorativo. Per questo, Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe De Masi sono morti in una maniera così orribile.
Sono passati cinque anni dal gravissimo incidente che causò la morte dei sette operai dello stabilimento della ThyssenKrupp di Torino. Il loro ricordo, le condizioni di lavoro e lo stato di insicurezza in cui persero la vita devono essere un severo monito per tutti. In questo siamo confortati dall’operato della magistratura che ha severamente e coraggiosamente sanzionato i comportamenti dell’azienda con una storica sentenza.


THYSSENKRUPP


È stata il 6 dicembre
la notte più calda dell’anno,
un caldo bruciante
da ardere vivi.
È stata il 6 dicembre
la notte più luminosa dell’anno,
una luce accecante
una luce ustionante

THYSSENKRUPP
Un boato squarcia la notte
vite che vanno in fumo
urla disperate
speranze svanite
promesse non mantenute
non si scherza sulla pelle di chi lavora

THYSSENKRUPP
Corpi bruciati
vite spezzate
sogni infranti
Il lavoro toglie parte dell’esistenza
ma non deve togliere la vita.
Se devo morire
che non sia sul lavoro

THYSSENKRUPP
Sirene spiegate
infrangono la notte
tizzoni ardenti sulle barelle
urlano i compagni di lavoro
non c’è più niente da fare
non c’è più niente da fare
7 operai non torneranno più a casa

THYSSENKRUPP
Basta morire sul lavoro!