..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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giovedì 14 febbraio 2013

La necessaria lucidità: il gusto per l'Azione Diretta

In quaranta anni di militanza anarchica, non ho mai votato nelle elezioni politiche nazionali ed europee oltre che nelle elezioni cosiddette amministrative. Non ho mai votato in passato e, a maggior ragione, non voto né voterò in futuro.
Ritengo che l'astensionismo anarchico, a proposito di elezioni gestite dallo Stato che hanno per scopo la conservazione delle sue strutture piramidali, quindi autoritaria, gerarchiche e fonte di ingiustizie e privilegi, rappresenti uno degli aspetti fondamentali di una radicata, profonda convinzione rivoluzionaria e libertaria. Del resto, "Anarchia è parola che viene dal greco, e significa propriamente senza governo: stato di un popolo che si regge senza autorità costituite, senza governo" (Enrico Malatesta, L'Anarchia, 1884) ed è pertanto ovvio che un anarchico non partecipi con il proprio voto alla formazione di una qualsiasi autorità costituita e di un qualsiasi governo.
Questione di principio, dunque, che affonda le sue radici nella storia (e quindi sull'esperienza plurisecolare) negativa, perniciosa dell'organizzazione sociale verticistica, statale, autoritaria.
Per mettere in discussione oggi l'astensionismo anarchico in fatto di elezioni politiche e amministrative, bisognerebbe che la natura e la funzione dello Stato, dei governi e comunque delle autorità costituite, fossero cambiate, che non rappresentassero più, e non difendessero, gli interessi di una minoranza di privilegiati a tutto danno della stragrande maggioranza degli individui; che le cosiddette istituzioni politiche (oltre che l'organizzazione economica della società) garantissero benessere, libertà, giustizia, insomma condizioni egualitarie e libertarie di vita sociale a tutti gli esseri umani che popolano questo pianeta. Non c'è bisogno di dire che questa mutevolezza dello Stato (dei governi, ecc.), questo venir meno alle sue secolari caratteristiche, significherebbe il suo suicidio, la sua estinzione. E questa ipotesi è fuori e contro la sua logica e la sua storia.
Alcuni compagni (?) della sinistra, preoccupati dell'intorbidirsi se non dell'aggravarsi (almeno per ora) della situazione politica italiana, si sono pronunciati affinché tutti (quindi anche gli anarchici) partecipassero alle elezioni di Stato. E ciò per un presunto e rinnovato "pericolo di destra" incombente sul nostro paese, pericolo da scongiurare anche partecipando alle elezioni politiche ed amministrative. Come se il nostro voto dovesse e potesse creare situazioni nuove, rivoluzionarie se non addirittura libertarie... A prescindere dai motivi di principio di cui ho parlato poc'anzi, questa di combattere la "destra" anche con il voto di Stato, è una vecchia e pia illusione. E poi, oggi, dov'è la destra, cos'è la destra? È quella rappresentata da Berlusconi, Maroni, o quella di Monti, Casini, Fini, oppure quella rappresentata da Bersani, Vendola, ecc? Che differenza sostanziale c'è fra gli uni e gli altri, fra quelli del Polo e quelli dell'antipolo? E dov'è la sinistra, dove sono i movimenti popolari che per ragioni non di potere si battono per la difesa delle libertà e dei diritti dei lavoratori e dei cittadini in genere? Votando P.D. o S.E.L. o in alternativa  M. 5 S. o Rivoluzione Civile (perché queste e pochissime altre sarebbero eventualmente le "scelte" elettorali che ci si prospettano), voteremmo pur sempre per un rafforzamento e una perpetuazione del sistema attuale basato sull'ingiustizia sociale e sullo sfruttamento dell'uomo. Senza considerare che, molto spesso, nella storia remota e recente, sono state proprio le cosiddette sinistre le più accanite nel calpestare i diritti e le libertà della gente semplice, cioè delle classi subalterne al potere. E allora? Abbiamo forse perduto il gusto per quella che abbiamo definito sempre Azione Diretta? Non abbiamo più le energie, la volontà, e soprattutto la convinzione per portare avanti la nostra battaglia per la conquista diretta di sempre maggiori libertà e benessere per tutti?
A proposito di referendum abrogativi di leggi e regolamenti di Stato, le cose fin qui dette non cambiano. Lo Stato non cederà mai a nessuno le sue funzioni. I referendum che esso concede di tanto in tanto, gestendoli direttamente, servono ad illudere la gente, possono soltanto variare la forma ma non la sostanza della sua natura liberticida (tipico esempio il finanziamento pubblico dei partiti trasformato in rimborso elettorale).
Io credo che, di fronte al nauseante trasformismo imperante in tutti i settori politici, di fronte alla commedia elettorale di tutti i partiti, di fronte ai giochi di potere, alle rinunce e ai tradimenti nei confronti degli interessi dei lavoratori e della gente semplice dei sindacati istituzionali e corporativi (nessuno escluso), l'antica, saggia, coerente pratica anarchica abbia oggi, più che mai, la sua ragion d'essere. Una pratica anarchica che combattendo senza esitazione alcuna la destra politica ed economica, non concede nulla ad una sinistra funzionale agli interessi dei padroni e dello Stato.