
Nell'essere anarchici si è
automaticamente rivoluzionari, o comunque atti a promuovere l'insurrezione a
scopo di liberazione. Questo può avvenire in diverse forme, ma la riforma dei
sistemi di dominazione non sono punti di vista anarchici. Mentre molte azioni
anarchiche possono essere considerate non violente, non esiste limite da porre
alla nostra resistenza. Come anarchici, dobbiamo rifiutare i limiti ideologici
e filosofici mentre scegliamo come resistere. L'interazione fisica con
l’autorità necessita di andare oltre la passività e i simboli. Infatti, molti
anarchici adottano la violenza rivoluzionaria come reazione naturale e
necessaria all'oppressione. Se noi guardiamo ovunque nel mondo naturale,
osserviamo che l'auto-difesa fa parte dell’istinto umano.
È importante mettere
in discussione le limitazioni ideologiche che provengono da luoghi di estremo
privilegio. Molte persone della Terra non hanno la possibilità di decidere
quale sia la risposta più giusta alla dominazione, e spesso devono scegliere
fra la vita e la morte. Non è questione di riflessione personale o di
perfezionismo ideologico; è agire o morire. Questo non significa che tutto deve
essere collegato alla resistenza violenta, ma piuttosto, sapendo che esiste,
ammettere che è giustificata (in molte situazioni), e che non deve essere
condannata. La violenza rivoluzionaria, nelle sue varie forme, è una risposta
necessaria alla violenza istituzionale del sistema, ed è necessaria per la
continuazione di tutte le forme di vita. Sì, noi dobbiamo guarire le ferite
causate da questo pessimo viaggio che chiamiamo civilizzazione, ma il processo
di guarigione può andare avanti soltanto se siamo capaci di fermare
l'inflizione di queste ferite da parte degli oppressori. Perché siamo tutti
sotto il tiro di un'arma e, dobbiamo rispondere con l'autodifesa e per la
liberazione.