Dal 11 settembre 2011: New York, Madrid, Londra,
Parigi, Bruxelles... hanno avuto il loro quarto d'ora di celebrità. Ma
quindici minuti è il tempo che serve a telecamere e riflettori ad andarsene, lo
stato di guerra rimane. Leggi speciali, limitazione delle libertà, censura,
check point; tutto l'occidente compatto schiera il suo apparato repressivo. In
Italia, dove attentati fin ora non se ne sono visti, ci siamo abituati a vedere
blindati militari per le strade, e non ci stupisce che un giovane arabo venga
arrestato perché due anni prima ha dichiarato che ISIS gli stava simpatico. Lo
stato francese ha approfittato dello shock post attentato per instaurare lo
stato di guerra, con perquisizioni e arresti verso tutti i dissidenti, anche
quelli lontani dall'Islam. Le manifestazioni di protesta sono state bloccate,
mentre i grandi eventi sportivi continuavano ed i centri commerciali rimanevano
aperti. I grandi assembramenti di consumatori, sono stati inspiegabilmente
considerati sicuri.

Questa logica del "noi o loro", è la stessa usata
da ISIS nella costruzione del consenso e obbliga tutti i musulmani presenti in
Europa a schierarsi: da un lato hanno una dittatura fascista che si arroga il
diritto di essere la risposta per tutti i fedeli del mondo (sunniti) e che non
esita a torturare e uccidere chi non sposa la parola del califfo; dall'altro ci
sono le democrazie occidentali, raggiunte sognando benessere e spesso libertà,
ma che presentano sempre più la faccia del capitalismo schiavista e razzista.
Non importa che tu sia arabo o caucasico, cattolico o mussulmano, hai sempre
qualcuno sopra la testa che ti insegna chi odiare, per imparare ad amare un po’
di più lui!
Sicuramente sganciare missili con scritto "from
paris with love" contro i civili già schiacciati dalla dittatura Daesh non
aiuta ad uscire da questa spirale di odio. L'unica soluzione è quella di
smettere di dare legittimità a chi fa la guerra in nostro nome, smascherare
guerre postcoloniali, dove testare alleanze e vendere armi, dove le vite di
milioni di persone sono trasformate in pedine di un enorme risiko di affaristi.
Nel momento in cui il ministro degli affari
esteri Gentiloni richiedeva al governo egiziano, con toni minacciosi, la
"vera verità" per Giulio Regeni, l'azienda Thales Alenia Space
(Finmeccanica) festeggiava un affare dal 600 milioni concluso con lo stesso
governo di Al Sisi.
Mentre la Turchia foraggia apertamente l'ISIS e bombarda i
curdi nel sud est del paese, riceve dall'Europa 6 miliardi di euro, per tenere
chiuse le frontiere e allontanare così "pericolosi islamici"
dall'occidente.