
Nella società attuale, come è
organizzata oggi, il divieto punisce chi commette l’infrazione ma non elimina
la causa che l’ha generata. Facciamo un esempio che può sembrare duro, assurdo,
ma vi prego non fraintendete: divieto di stuprare, ovvero costringere una
persona a soggiacere ad un’altra. Anche se inconsciamente possiate ritenere
giusto questo divieto, chiedetevi perché un individuo dovrebbe costringere un
altro con la forza a cedere alle sue voglie sessuali? Una sana educazione
sessuale, una serena e libera padronanza del proprio corpo e dei propri impulsi
sarà sufficiente a dominare, a controllare, autogovernate i propri desideri e
ad esprimerli liberamente. Altro esempio: vietato fumare nei locali pubblici.
Anche in questo caso una sana educazione civica, una presa di coscienza di non
arrecare danno e fastidio agli altri, fa si che si capisca che il fumo, otre a
far male, può non essere gradito da altri. Potremmo continuare così
all’infinito. Nella società liberata la maggior parte dei divieti attuali, se
non addirittura tutti, non avrebbe più alcun senso perché ne cadrebbero i
presupposti; l’educazione borghese e sessista, la povertà e i privilegi, il
concetto di proprietà e via di seguito … Ogni altro tipo di divieto sarebbe
oggettivo e ovvio, in quanto la libertà di ognuno dovrebbe rapportarsi con la libertà degli altri, senza entrare in collisione, ma
realizzandosi e complimentandosi in essa.