É utile fornire al loro riguardo
qualche spiegazione perché il legame tra i Katanga e il movimento del maggio
può non essere così evidente. Il nome “katanga” era stato dato a questi giovani
da un giornalista parigino in carenza di immaginazione. Aveva paragonato i
giovani del servizio d’ordine ai mercenari della guerra del Katanga; il che
significava che facevano solo da semplici esecutori al soldo degli studenti.
Chi erano veramente? Non ho conosciuto i katanghesi, ma credo di poter
affermare che avevano più o meno la stessa origine sociale: giovani tra i
diciassette e i trent’anni, operai di fabbrica, alcuni disoccupati, abitanti
nelle banlieurs delle grandi città e, per quello che qui ci interessa, della
regione di Parigi. Per evitare di tracciarne un ritratto troppo idilliaco,
diciamo che qualcuno aveva uno stile da teppista, vicino a quella gioventù
delinquente che incontriamo nella nostra vita. Ma niente di grave.
Cosa ci facevano alla Sorbonne,
Censier, Odeon e nelle manifestazioni di studenti? […] il servizio d’ordine.
Resta un’importate questione: un servizio d’ordine di studenti non dovrebbe
essere formato solo da studenti? Cosa si stavano a fare lì quei giovani, che
con tutta evidenza nulla avevano a che fare con l’università?
Il maggio ’68 non e stato una
semplice occupazione di quartiere o universitaria, ma un movimento di grande
ampiezza che ha messo in pericolo il governo dell’epoca. Gli scontri con la
polizia e i provocatori a volte sono stati molto violenti: per affrontarli ci
voleva un servizio d’ordine - come si dice - muscoloso. Gli studenti, più
dotati per la scrittura e la lettura che per il combattimento di strada, non
avevano trovato tra di loro le risorse sufficienti. È per questo che hanno
accettato l’edea dei Katanghesi. E poi, bisogna riconoscerlo, su una barricata
un teppista vale almeno due studenti.