Come diceva Errico Malatesta, gli
anarchici ritengono che "la più gran parte dei mali che affliggono gli uomini
dipende dalla cattiva organizzazione sociale", e proprio perché convinti di
ciò, propongono quale alternativa alla società del dominio la costruzione di una
società basata sulla libertà.
Due sono, dunque, le forze propulsive
dell'anarchismo, quella distruttrice e quella Costruttrice: abbattere dominio, costruire
libertà.
La prima non si riconosce nel presente,
anzi lo delegittima, lo combatte e mira gradualmente a distruggerlo; la seconda
invece è tutta intenta a prospettare di già il futuro: una società della libertà
e dell'uguaglianza. Insomma, gli anarchici, convinti che le iniquità siano dovute
all'organizzazione gerarchica della società, propongono che ognuno riprenda nelle
proprie mani il destino e che tutti insieme riprendiamo in mano il destino dell'umanità,
per renderci artefici di una società in orizzontale, che parta dall'individuo per
giungere poi alla libera associazione fra individui, alla comune ed infine ad una
federazione dal basso, che unisca le libere comuni dal territorio al mondo intero.
Ecco, è così che gli anarchici amano
pensare il municipalismo o il comunalismo libertario, come dir si voglia: come una
proposta radicale, rivoluzionaria, ma nello stesso tempo gradualista; una proposta
che si colloca nelle conflittualità dell'oggi per la difesa degli interessi immediati
delle classi subalterne, ma si prefigge, nel contempo, di iniziare a costruire nel
"qui ed ora" le basi alternative su cui edificare la società libera del
domani.