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martedì 10 luglio 2012

Anarchia assente in tv, anche Travaglio se ne accorge

Marco travaglio, nel programma ‘Uno due tre stella’ parla di discriminazione televisiva e si accorge anche lui di una colpevole assenza: “se uno è anarchico e non si riconosce nello Stato e nei partiti, perché non può avere qualcuno che dice qualcosa che gli piace in televisione? Chi porterà mai in televisione un rappresentante del pensiero anarchico?”
Lo diciamo da tempo. Di fatto, tutta l’informazione, compresi i talk definiti ‘di approfondimento politico’ non può mai restituire un quadro preciso e completo della situazione, proprio perché manca una parte fondamentale, quella anarchica, capace di ribaltare tutte le convinzioni e tutte le posizioni vendute alla gente come uniche. Alle persone a casa viene sempre offerta l’immagine di presunte fazioni opposte (destra-sinistra), ma che in verità non fanno altro che costringere gli ascoltatori a rimanere entro i limiti del recinto voluto dallo Stato. La cosa tragica è vedere come la gente sia davvero convinta che tutta la loro vita stia all’interno dello schema proposto, dentro un miserevole gioco tra destra e sinistra, dentro i partiti, dentro il fallimento storico di tutti i governi. Ma perché c’è dell’altro? Ecco, tutto quell’altro che non viene mai comunicato, divulgato, rappresenta l’essere umano, quello vero, quello che non può essere contenuto nell’angusto spazio squallido di un partito.
Ma Travaglio è un ingenuo. Come fa lo Stato a permettere che qualcuno vada in tv a smentire lo Stato stesso, e tutte le sue menzogne dette sull’anarchia? Non sia mai che poi la gente sappia che l’anarchia è tutt’altro che caos e violenza. Capite bene che verrebbe smontato tutto l’enorme pelco di bugie, montato in cento anni e passa di demonizzazione studiata a tavolino.