Ieri il Corriere della Sera ha dato
l'ennesima notizia sui problemi di Expo 2015, a soli 7 giorni dalla sua
inaugurazione ufficiale. Questa volta non si tratta di corruzione, ritardi
nelle costruzioni o morti sul lavoro. A vederla da certe angolazioni è
addirittura una notizia che rincuora: per quanto la crisi morda i giovani di
questo paese non sono ancora completamente disposti a fare da zerbini per gli
organizzatori del grande evento.
Infatti il giornale lamenta la
difficoltà avuta dagli organizzatori del grande evento a trovare giovani
disposti a lavorare negli stand per 1300 euro al mese (addirittura!). Manco a
dirlo, il messaggio (neanche troppo) implicito è che i giovani italiani sono
troppo svogliati, viziati, schizzinosi, choosy. Non a caso lo stesso articolo
contrappone l'esempio virtuoso dei giovani che hanno accettato di lavorare
gratuitamente.
Dai commenti che si leggono sui social
network la realtà pare essere diversa, un'idea è data dall’articolo (a seguito
del post) apparso online. Insomma chi si occupa di reclutare i lavoratori per
Expo naviga a vista, nella completa disorganizzazione, ma pretende che i
giovani siano pronti e disponibili a lasciare tutto e partire al servizio del
grande evento senza porre domande sul contratto e su quanto verranno pagati.
Oltretutto si scopre che in molti casi non si tratta di 1300 euro, ma 500, 190 e
via dicendo... (e chi ci vive a Milano con queste cifre?)
Anche questa volta i portavoce della
classe dirigente del paese hanno provato a scaricare la responsabilità di
questo (ennesimo) fallimento di Expo 2015 sulle spalle dei giovani. Allo stesso
tempo aggiungono un mattoncino alla narrazione tossica dei giovani disoccupati
e precari perché choosy (schizzinosi), cercando di delegittimare ogni tentativo
di protesta, di rabbia o di sdegno che una generazione tremendamente impoverita
e precarizzata potrebbe mettere in campo.
Ecco che cosa verrà esibito nei
padiglioni di Expo: la logica del Jobs Act messa all'opera e il modello di
paese e di relazioni lavorative che Renzi vuole per l'Italia. Zero questioni,
zero domande, zero diritti: devi ringraziare se ti viene offerto un lavoro
(quindi lo puoi fare anche gratis o a pagamento). Ovviamente chi non accetta
queste condizioni sarà automaticamente lo svogliato capace solo di lamentarsi e
causa dei mali del paese.
Ma davvero i bamboccioni d'Italia hanno
rifiutato compensi invidiabili per partecipare alla kermesse milanese? Basta
andare a leggere i commenti agli articoli per scoprire che la retorica dei
giovani choosy (schizzinosi) forse in questo caso non c'entra una mazza.
Eppure, per una controprova bisognerebbe
ascoltare anche l’altra parte. E un modo efficace è quello di andare a vedere
alcuni commenti di persone che sono passate attraverso il percorso di selezione
per l’Expo. Sulla pagina dell’Huffington Post, che ha parlato dell’articolo del
Corriere della Sera, si legge ad esempio questo commento:
Mapu
Pompeo: Ecco il mio punto di vista: Ho
mandato il cv a Manpower per far parte dello staff di Expo a Ottobre, ho fatto
tutti i test attitudinali a dicembre, ho fatto il colloquio di gruppo e il
colloquio individuale a Gennaio, mi hanno dato un riscontro il 10 aprile,
chiamandomi al telefono e dicendomi “Congratulazioni è stata presa, domani le
mandiamo la graduatoria ufficiale”. La graduatoria ufficiale non è mai stata
mandata. Ho mandato mail, ho chiamato e mi è sempre stato risposto che non ne
sapevano nulla. Il 16 Aprile mi chiama un incaricato di Manpower per dirmi che
la formazione sarebbe cominciata il 21 Aprile e che mi avrebbero mandato
(‘naltravolta) la graduatoria. Nulla. Mi ritelefona il 17 Aprile dicendomi che
ci saremmo risentiti per la conferma ufficiale nei giorni successivi.
Il
20 Aprile mi mandano una mail con su scritto che avrei dovuto cominciare la
formazione il 22 Aprile a Milano. Non una graduatoria ufficiale, nessuna menzione
al contratto di lavoro o di stage. Il 21 Aprile mi mandano una mail dicendomi
che per essere confermata dovevo superare un questionario. (Scusa ma non ero
già stata preso e non incomincio il giorno dopo la formazione?). Ho fatto
ripetute domande circa la formazione senza nessuna risposta (La formazione
verrà pagata? Dopo la formazione si firmerà un contratto di lavoro?). Tutto
questo senza contare che per una posizione di Communication and Social Network
il compenso è 500 euro al mese per 6 mesi, dopodiché sei sicuramente a casa,di
cui ne avrei dovuti spendere 350 per un abbonamento ai mezzi per arrivare là in
quanto Expo non ha nessuna convenzione con i mezzi di trasporto.
Quindi
ricapitolando ho rifiutato un lavoro perché con 150 euro al mese non mangio, perché non mi sembra serio questo processo di selezione (e in generale la
gestione dell’Expo in toto) e perché ho la fortuna di avere un lavoretto e non
posso mollarlo dall’oggi al domani (dato che la conferma semiufficiale scritta
mi è arrivata il 20 Aprile e avrei dovuto cominciare il 22 Aprile SENZA un
cavolo di contratto). Fine.