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martedì 14 aprile 2015

Ostuni, crolla il soffitto di un'aula. Dove sono le #scuolesicure di Renzi?

Ennesimo crollo in una scuola: l'ultimo episodio in ordine di tempo è avvenuto oggi in un istituto elementare di Ostuni, in provincia di Brindisi. Il crollo si è verificato in mattinata, a lezioni in corso, quando uno spesso pezzo di intonaco, largo cinque metri quadrati, si è staccato dal soffitto, cadendo in testa agli alunni di una classe di seconda elementare e ferendo, fortunatamente in maniera non grave, due bambini colpiti alla testa dai calcinacci, assieme a una maestra caduta nel tentativo di soccorrerli.
Ciò che fa ancora più rabbia, in questo caso, è che la scuola di Ostuni era appena stata ristrutturata: 4 anni di chiusura e più di 1 milione di euro spesi per metterla in sicurezza, fino alla riapertura avvenuta solo pochi mesi fa, a Gennaio. Non è difficile immaginare che anche stavolta alla tutela della sicurezza siano stati anteposti ben altri interessi tra appalti, profitti e speculazioni.
Il cedimento di questa mattina è solo l'ultimo di una lunga serie e da anni gli studenti di tutta Italia denunciano le condizioni precarie degli edifici in cui sono costretti a trascorrere le proprie giornate scolastiche. A ogni crollo assistiamo al rituale coro di indignazione e promesse da parte di enti locali e governo, pronto a sgonfiarsi in un nulla di fatto non appena il clamore mediatico si spegne.
D'altronde a far capire quale sia l'idea del governo in materia di sicurezza delle scuole è il commento dello stesso ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini (quella de "La buona scuola"...). Il ministro ha infatti promesso tempestivi accertamenti di responsabilità sull'accaduto, aggiungendo però che in altri casi (cioè quelli che accadono frequentemente in moltissimi altri istituti) i crolli erano "giustificati" (sic!) dalla vetustà degli edifici. Come a dire che nella maggior parte delle scuole italiane può capitare di vedersi crollare in testa un soffitto e la responsabilità sarebbe da imputare unicamente alla data di costruzione dell'edificio e non ad anni di politiche di disinvestimento e tagli sulla formazione in cui il problema dell'edilizia scolastica è stato sistematicamente ignorato o relegato a intervento non prioritario.
Di fronte a episodi come quello di stamattina, degli annunci del venditore di fumo Matteo Renzi sull'investimento da parte del governo di un miliardo di euro nell'edilizia scolastica per avere #scuolebelle #scuolenuove e #scuolesicure non rimangono che gli hashtag. Basta confrontare qualche cifra (facciamo un esempio? gli investimenti sull'edilizia scolastica corrispondono a meno di un chilometro di Tav...) per capire che, dall'alta velocità all'Expo, le priorità rimangono grandi opere e grandi eventi in cui buttare miliardi di soldi pubblici a scapito della tutela della sicurezza e di una vita dignitosa per tutti e tutte.