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martedì 18 luglio 2017

L' ANARCHIA nel significato proprio e nel volgare

Permettete che io chiarisca con due parole non il significato volgare ma quello intimo, vero e proprio della parola Anarchia che é stata in questi giorni, insieme cogli anarchici del nostro quieto Vermont oggetto di tanti e cosi disparati giudizii, di tante discussioni non tutte serene.
Dai giornali idrofobi del capitalismo conservatore fino ai saccentelli presuntuosi della sociologia spicciola tutti hanno voluto dire la loro ed hanno sformato, hanno in cosi malo modo travisato il senso limpido della parola che io ritengo opportuno e necessario ricercarne pel lettori del Telegrani il significato, il concetto sincero affinché essi possano giudicare con spassionata imparzialità.
Anarchia é parola greca che suona non governo, abolizione dell'autorità dell'uomo sull'uomo, l'ordine fondato sulla completa libertà dell'individuo, lo stato del popolo che si governa da se stesso senza alcuna autorità.
I nemici dei lavoro e della giustizia, i parassiti la cui sapienza politica non ha che una meta: vivere senza lavorare hanno coniato e spendono dell'anarchia una definizione tutta loro propria: essa é confusione, disordine, caos!
Questa definizione sapientemente diffusa è divenuta ormai l'opinione di tutti i volghi a cui i nemici del lavoro presentano gli anarchici come delinquenti orribili, violenti, morbosi, degni della prigione e della corda.
Chi sono i violenti?
Lasciatemi cercare: Noi, gli anarchici, vogliamo abolizione dell'autorità perché l'autorità è violenza; noi vogliamo l'abolizione della proprietà privata perchè la proprietà privata é furto, la proprietà privata è violenza, e senz'alcun dubbio, il fattore più fecondo della criminalità. Noi crediamo nell'internazionalismo perché esso abolirà la guerra che è violenza. Noi aspiriamo all'abolizione delle classi perché nella differenza delle classi é l’ingiustizia che genera la violenza. In breve noi vogliamo creare una sola patria, il mondo; una sola famiglia, l'Umanità.
Non siamo dunque noi i violenti.
Chi sono dunque coloro che come violenti ci denunziano alla esecrazione del volgo?
Gli orditori subdoli della guerra, i delinquenti che. per la conquista d'un mercato su cui smaltire i rodotti strappati al dolore proletario dichiarano la guerra ad un'altra nazione inviando migliaia di vittime al macello, alla morte.
Sono costoro che chiaman noi i criminali ed i violenti!
Troppo tardi oramai. Il popolo che lavora sta rompendo il letargo in cui l'ha per tanti secoli prostrato il cloroformio dell'autorità; l'anarchia non è più lo spauracchio dei bambini. I capitalisti possono opporre all'ascensione delle masse la loro violenza brutale, ma invano: quel progresso non si arresterà; sulle volgari sofisticazioni trionfa e risplende l'alta e nobile aspirazione dell'anarchia.
Per questo mi tornò strana l'affermazione del mio ottimo amico Alex Robertson nel Telegram di sabato
scorso, in cui egli nega ogni simpatia all'anarchismo sapendo che le attuali condizioni economiche sono il prodotto logico dell'anarchia dell'industria.
Robertson pur non essendo una mente volgare alla parola anarchia dà il significato consueto del convenzionalismo volgare. Se anarchia volesse significare: ciascuno, perse ed al più forte il diritto, lo stato attuale dell'industria potrebbe dirsi anarchico e le antipatie di Robertson sarebbero giustificate.
Il male è che il significato d'anarchia è proprio l'antitesi assoluta di quanto racchiude l'interpretazione volgare della parola; nessuno meglio degli anarchici sa che la società presente è il connubio della frode e del delitto in forza di cui il capitale è despota, il lavoratore, schiavo.
Io penso che la liberazione dell'umanità dalla sua presente schiavitù non possa inaugurarsi che coll'abolizione di ogni autorità dell'uomo sul l'uomo, coll'abolizione della proprietà individuale e nella fede che la pace, l'amore, la fratellanza arridano all'umana famiglia sono anarchico comunista.
Angel Trueba.
Barre Vt , 5 Settembre 1903
(da Cronaca Sovversiva anno 1 n° 16 – sabato 19 settembre 1903 – Barre, Vermont)