..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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domenica 16 luglio 2017

Oltre il cancello

Nel deserto più sperduto si verifica la seconda metamorfosi; qui lo spirito diviene leone; vuole catturare la libertà ed essere signore del proprio deserto il grande drago è chiamato “Tu dovrai”, ma lo spirito del leone dice “Io voglio”.
Friedrich Nietzsche


Ci sono tanti modi per legare l'individuo all'obbedienza, alcuni molto evidenti, altri meno. Quelli più subdoli e meno riconoscibili si fondano sulla volontà collettiva e sul senso di comunità. Il più delle volte tali collettività e comunità altro non sono che il prodotto funzionale, lo strumento di rigenerazione delle gerarchie e delle catene di comando: il terreno fertile, insomma, in cui attecchiscono più facilmente le radici della sorveglianza. Anche la meccanica del dominio oggi si muove su due linee parallele. Da una parte cerca di incanalare la partecipazione entro percorsi vincolati, preventivamente sperimentati e che lascino intravedere ai cittadini potenzialità molto vaste nell'arco delle possibili decisioni; dall' altro sviluppa la più sistematica compressione, reclusione, rimozione di ogni elemento conflittuale in modo da rendere irriconoscibile il vero modello socioculturale in vigore. A tale proposito città e metropoli diventano i luoghi più adatti dove far convergere all`unisono due elementi cardine della macchina del dominio: il controllo territoriale e la negazione delle alterità. Più volte si è analizzato come la città efficiente sia il salvacondotto più comodo e a portata di mano per la salvaguardia dell’assoggettamento e del servilismo; più volte si è affermato che le nuove pratiche municipaliste o autogestionarie, aventi come obiettivo la partecipazione allargata alla riformulazione in chiave sostenibile di modelli economici ritenuti risolutivi, altro non generano che collaborazione al proprio sfruttamento e all'arricchimento altrui. In questo magma complesso, in cui non manca un`affermazione seppur simbolica del conflitto, si genera un dato nuovo. Se fino ad ora le meccaniche di dominio ci hanno fornito una rappresentazione dell'esistente ambigua, volutamente grigia e inefficace nell’individuazione dei collaboratori, degli affamatori, degli sfruttatori, oggi le cose sembrano cambiare. Aver stipulato nuove leggi repressive vincolate all'utilizzo della tecnologia in chiave securitaria, rende più facilmente riconoscibili coloro che dell'affare sicurezza si nutrono, non solo in modo da mendicare qua e là qualche voto, ma anche per appaltare, sviluppare e ridefinire un intero settore aziendale. In tale prospettiva, i sindaci risultano essere la sintesi più efficiente, la cinghia di trasmissione più veloce per far convergere e confluire in un unico territorio le volontà dei padroni e del capitale. L'agglomerato urbano tende a monopolizzare nella propria area di influenza le attività decisionali o direttive di ordine politico, economico, amministrativo e anche culturale, cosa che gli permette di organizzare un territorio dalla dimensione variabile, di impartire ordini, di lanciare iniziative, di autorizzare nuove attività. E' nelle metropoli, quindi, e nelle città che ruotano attorno ad essa che la distribuzione dei servizi si rigenera in modelli ritenuti accettabili dagli sfruttati. Il militarismo, ad esempio, si affaccia in esse con il volto protettivo del benefattore, i tornelli e le telecamere si moltiplicano e ingrossano la catena industriale dei servizi erogati. Resta un dato di fatto. Se da una parte la propaganda securitaria si autoalimenta e genera consenso; dall'altra i luoghi decisionali, le centrali di sfruttamento lavorativo, energetico, ambientale, sono a portata di mano per chi ha intenzione di liberarsi delle proprie catene. Il potere, insomma, non è più un qualcosa di irriconoscibile ed astratto, lontano ed inarrivabile. Il suo rigenerarsi lo ha reso diffusamente presente e visibile al di la dei fili di luce e dei cancelli. Il tratto essenzialmente umano della volontà può svolgere ancora un ruolo imprevedibile, creando giuste barriere solo tra sporchi lavori e gioie feroci.