
Ecco l’origine
della libertà: l’originarsi di una formazione sociale che, estendendosi
rapidamente ed universalmente, creerà le condizioni per eliminare dal campo
economico lo sfruttatore e l’intermediario, creerà le condizioni di divenire
padroni della proprio futuro.
Nella nuova
organizzazione “consiliare”, l’uguaglianza reale di tutti nelle decisioni e
nella loro esecuzione non può essere un vuoto slogan, una rivendicazione
astratta, è una necessita imprescindibile e irrinunciabile. Affinché la nuova
organizzazione abbia globalmente tutte le capacità necessarie, bisogna, in modo
complementare, che nessuna gerarchia delle capacità individuali possa essere permessa.
Il solo gioco che vale la pena: è la distruzione del vecchio mondo, dei suoi
schemi, delle sue corruzioni. I lavoratori quale che siano i loro “contratti”
si trovano ad essere, ancora e sempre, la forza centrale che può bloccare il
funzionamento di questo sistema di sviluppo, la forza indispensabile per
reinventare tutte le basi dei rapporti sociali. Questa nuova organizzazione a
struttura quindi “consigliare” deve evidentemente unire tutte le categorie di
salariati, di precari, di intellettuali. I Consigli devono essere “potenza”, o
non potranno essere niente, sono loro che dovranno dettare i tempi, il ritmo
delle lotte, non potrà nascere alcun dialogo con i partiti o con le
tradizionali organizzazioni sindacali collusi fra loro e con il potere economico,
alla fine essi, come sempre, tradiranno le lotte dei lavoratori. Con la leva dei
Consigli e il punto di appoggio di una negazione totale della società
mercantile-spettacolare, si può sollevare il mondo intero. La vittoria dei
Consigli non si pone dunque alla fine, bensì all’inizio del percorso
rivoluzionario. Ne consegue che l'unico sciopero generale vero che può essere
dichiarato è quello derivante dalla azione diretta spontanea, inarrestabile
improvvisa, aspra, irriducibile e gioiosa che nasce dal cuore e dalle menti di
coloro che vogliono intraprendere l'entusiasmante strada della riconquista
della propria soggettività.