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Il termine ecologia è un vocabolo piuttosto
recente, coniato in Germania nel 1866 dal naturalista tedesco Ernst Haeckel che
definisce l'ecologia come “lo studio delle relazioni degli organismi in un ambiente”.
L'ecologia è dunque una disciplina scientifica, branca della biologia, sviluppatasi
a fine Ottocento e consolidatasi definitivamente nei primi decenni del XX secolo
e incentrata su quello che è stato definito lo studio delle interazioni tra esseri
viventi e non viventi negli ambiti terrestri conoscibili. L'ecologismo non è un
sinonimo di ecologia e non va confuso con essa. Esso si sviluppa in seguito all'aumento
della consapevolezza della crisi ambientale contemporanea più o meno verso la
metà degli anni sessanta, come conseguenza di alcuni gravi disastri ambientali.
Per l'Italia emblematico è il disastro di Seveso del 10 luglio 1976, con la nube
tossica di diossina sprigionatasi dopo un'esplosione al reattore chimico dell'ICMESA,
annoverato nella triste classifica degli otto disastri ambientali più gravi causati
dall'essere umano – per capirsi nella lista è appena sotto al disastro di Bhopal
e di Chernobyl. Negli anni si sviluppano diversi movimenti ecologisti, alcuni
dei quali si istituzionalizzeranno e daranno vita – soprattutto in Europa – ai
partiti verdi che conosceranno un'ampia affermazione politica negli anni ottanta
e che oggi sono spesso in netto declino. Ricordare ciò ci permette di porre in
evidenza come l'ecologismo non sia omogeneo né per gli scopi che si prefigge né
per le metodologie di contestazione. Per questo motivo un discorso a parte merita
il rapporto esistente tra ecologismo e anarchismo. Innanzitutto bisogna dire che
gli anarchici hanno spesso contribuito alla realizzazione e alla crescita del
movimento ecologista sin dai suoi albori se non prima. Tra i precursori dell'ecologismo
in ambito libertario e anarchico è possibile sicuramente ricordare, per fare degli
esempi, Henry Thoreau con la sua volontà di ritornare alla natura; Peter Kropotkin
che vedeva nella natura le prove della validità del mutuo appoggio e della cooperazione
ed Elisée Reclus il quale arrivava a scrivere che “l'uomo è la natura che prende
coscienza di sé”, autore inoltre di un saggio sul vegetarianismo. Per quanto riguarda
invece nello specifico l'anarchismo verde o ecologismo anarchico, anch'esso –
come tutto l'ecologismo – prende piede a partire dagli anni settanta e, sebbene
si differenzi in varie tendenze, presenta alcune caratteristiche comuni quali
la constatazione della crisi ecologica, il rifiuto del riformismo, l'antiautoritarismo,
la critica all'antropocentrismo e l'opposizione al dominio umano sulla natura.
Nonostante tali caratteristiche comuni, è evidente che l'arcipelago di gruppi,
movimenti e giornali che operano nel campo ecologista anarchico è complesso e
vario, ciascuno con metodologie e pratiche diverse. L'ecologismo anarchico si
dirama infatti in varie tendenze, sviluppatesi soprattutto nei paesi di lingua
anglosassone ma giunte in gran parte anche in Italia, tra cui l'ecologia sociale,
la decrescita, il primitivismo e l'anticivilizzazione, l'antispecismo. |