CONTRO LA REPRESSIONE NON SI TACE
NESSUNA GIUSTIZIA, NESSUNA PACE
Molta acqua è passata sotto I ponti del Po da quando nel settembre 1987 il Collettivo Spazi metropolitani, dava vita a quella serie di occupazione (ben 6) che avrebbero portato nel settembre 1989 alla conquista di un Centro Sociale Autogestito ai Murazzi del Po.
- Anni intensi, sempre in prima fila tutte le volte che ha soffiato forte il vento della rivolta, che il conflitto ha rotto gli argini della pace sociale, che razzisti e fascisti hanno alzato la testa.
- Anni a fianco del lavoratori e dei proletari, dentro l'università della Pantera, ad occupare Porta Nuova con gli studenti medi, a contrastare la Lega Nord quando i suoi veleni viaggiavano lungo il Po e si fermarono ai Murazzi, sostenendo i popoli in lotta, vivendo e diffondendo l'ASKATASUNA.
- Anni che ci hanno insegnato molto, che quando, da buoni Comunisti e da Ottimi AUTONOMI si vive nella materialità delle lotte, si sa amministrare il proprio bagaglio di esperienze, si sa ragionare sui passaggi tattici da fare, non si sceglie la scorciatoia del NoProfit, non ci si lascia affascinare dalle sirene delle istituzioni, alla fine quello che hai seminato con tanta fatica darà i suoi frutti.
- Anni di: feste - video - concerti - fantasia - bisogni - socialità - antagonismo - contropotere.
Lo si era già annunciato quattro giorni fa, quando mercoledì scorso, il CSA Murazzi era stato messo sotto sequestro e murato completamente. Un blitz, non soltanto giudiziario ma anche politico, con il silenzio e assenso del Comune di Torino, che ha creduto di mettere a tacere una delle voci storiche e vitali del lungo Po, in cambio di una completa desertificazione e speculazione della zona Murazzi di Torino.
Dopo che un corteo partecipatissimo ha attraversato mercoledì sera le vie della città, nella serata di oggi un altro corteo, a cui hanno preso parte circa 1500 persone, si è dimostrato pronto non solo a difendere lo spazio autogestito ma a riprenderselo con determinazione.
E così è stato: dopo aver attraversato le centralissime vie della movida torinese, si è voluto dare un segnale e una risposta chiara, arrivando fino al centro sociale, rioccupandolo e aprendolo al pubblico. Aperte le porte dello spazio autogestito, si è dato poi il via ad una serata in cui non è mancata la musica e socialità, quella stessa che l'amministrazione comunale tenta di spegnere a tutti i costi. Nelle prossime serate non mancheranno altre iniziative per continuare a mantenere vivo lo spazio e a far rivivere uno degli luoghi di aggregazione e di socialità che storicamente hanno caratterizzato la città.
QUE VIVA MURAZZI. IL CSA NON SI TOCCA!'.