..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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sabato 22 giugno 2013

Sequestrato il CSO Murazzi di Torino

Mercoledì 19 giugno, di prima mattina, le “forze dell’ordine” hanno sequestrato il centro sociale Murazzi di Torino, in attività dal 1989.L’operazione di polizia è stata imponente, con decine di mezzi e uomini, e i locali del “Murazzi” sono stati posti sotto sequestro e gli ingressi sono stati murati.
Ci spiega cosa è successo, e cosa succederà, Vincenzo, del centro sociale “Murazzi” di Torino.
Di seguito, il comunicato di Murazzi: 
Questa mattinale forze dell’ordine stanno murando le entrate del CSA Murazzi. Il centro sociale, che aveva subito pochi mesi fa il sequestro dell’impianto, è al centro di un’azione giudiziaria che ha portato sostanzialmente alla desertificazione completa della zona dei Murazzi del Po, luogo centrale della movida estiva e primaverile per molti giovani torinesi.
Il CSA Murazzi ha risposto a questa azione con fermezza lanciando la campagna Que Viva Murazzi per riuscire a difendere un luogo storico e centrale del divertimento, della cultura e della socialità. Anche dopo il sequestro dell’impianto la musica non si è spenta, si è contestata duramente la scelta tutta politica e non solo giudiziaria di lasciare all’abbandono e allo spaccio le arcate che per molte generazioni di torinesi hanno rappresentato la possibilità di incontrarsi, conoscersi e socializzare. Questa politica di desertificazione puzza di speculazione da molto lontano, i progetti per la riassegnazione delle arcate parlano chiaro, l’obbiettivo del Comune è quello per l’ennesima volta di una “riqualificazione” che in realtà vede solo soldi espropriati dalle tasche dei cittadini e ben pochi pro per gli stessi.
In questo contesto l’anomalia del CSA ancora aperto e ormai da mesi frequentato da migliaia di giovani ogni weekend, vissuto dagli studenti per le feste di fine anno, da artisti e famiglie durante le giornate, è sicuramente una spina nel fianco sia rispetto ai progetti della procura sia rispetto a quelli del comune. Nella città di Torino vantata come “città dei giovani” un centro sociale che costruisce aggregazione, che permette l’accesso al divertimento a tutti a prezzi popolari, che organizza cultura, musica e divertimento in maniera autogestita non ha posto. E’ chiaro che la chiusura degli accessi al CSA di questa mattina ci indica chiaramente come ci sia uno scontro tra due visioni diverse della città di Torino, una, quella che governa malamente nell’era Fassino, che privilegia la speculazione, le grandi opere e i grandi eventi, che taglia sui trasporti, sul welfare, e l’altra che invece costruisce dal basso forme di solidarietà, cooperazione sociale e cultura altra che siano accessibili per tutti. Lo schieramento di polizia notevole che ha accompagnato il sequestro di questa mattina ne è testimonianza.
Certamente non basteranno queste azioni di intimidazione da parte della questura e della procura per chiudere un progetto ormai ventennale come quello del CSA. Non si fermeranno sicuramente adesso le molte inziative che da anni il centro sociale promuove con costanza.