Nessuno può restare indifferente davanti
all'intollerabile sproporzione che esiste tra il numero di quanti comandano e
di coloro che ubbidiscono. Allo stesso modo, nessuno può sottovalutare la
violenza sempre più devastante delle moderne forme di sopruso e il
moltiplicarsi degli inganni della domesticazione sociale, che i primi
infliggono ai secondi. Perché non sono più le configurazioni politiche ed
economiche dell'impero dei capitali quelle che contano, ma le ragioni segrete
che lo hanno inverato, che ora lo proteggono dal doverle rivelare. Ragioni che
smentiscono ogni sogno rivoluzionario degli ubbidienti, infangando la loro
storia. Quanto ai risultati, è sufficiente riflettere sul crepuscolo della nuda
vita e sulla efficacia delle forme di corruzione della società introdotte
dall'idealismo nella società spettacolare, un regno che ha fatto del profitto
un dio. Ma c'è che ha dedicato altari alla peste. C'è chi denunciò questa
sproporzione – questo stato di eccezione della nuda vita - era tanto convinto
della grossolana e disonorevole ingiustizia contenuta in essa, che non volle
pronunciare nessuna esortazione al popolo affinché si liberasse dal tiranno.
Sarebbe stato superfluo, considerati che, perché tutti gli uomini si lascino
assoggettare è necessario una delle due: essere costretto o ingannati. Appuntò,
piuttosto, la sua attenzione sull'evidenza infamante della condizione di
sudditi, una condizione educativa più di qualunque appello alla rivolta
recitata dai tribuni di turno, di per sé, uno stimolo potente a riprendersi la
libertà adesso, rifiutando qualsiasi consolatoria visione di future e ideali
forme di governo. Una esortazione che nella storia europea è progressivamente
caduta nel vuoto, almeno da quando l'individuocivilizzato è divenuto una preda
dell'insieme delle consuetudini e delle abitudini che determinano la vita
corrente.