
Nel corso dell'elaborazione della sua
concezione globale del mondo, l'anarchismo si è dato un compito ben preciso:
quello di racchiudere il mondo intero, spazzando via ogni sorta di ostacolo
attuale e futuro che la scienza e la tecnologia borghesi e capitaliste possano
porre, allo scopo di dare all'umanità la più esauriente spiegazione sulla
realtà di questo mondo e di affrontare nel modo migliore i problemi che possano
sorgere: tale approccio dovrebbe aiutare l'umanità ad acquisire la coscienza
dell'anarchismo che gli è propria per natura – almeno così suppongo – al punto
che se ne incontrano continuamente delle manifestazioni parziali.
È solo a partire dalla volontà
individuale che l'insegnamento anarchico può incarnarsi nella vita reale e
liberare quella via che aiuterà l'umanità a sbarazzarsi di ogni spirito di
sottomissione che alberghi dentro di sé.
L'anarchismo non conosce limiti al suo
sviluppo.
L'anarchismo non conosce sponde entro
cui confinarsi e fissarsi.
L'anarchismo, proprio come la vita
umana, non possiede formule definitive per le sue aspirazioni ed obiettivi.
Il diritto di ogni persona alla libertà
senza limiti, così come è definita dai postulati teorici dell'anarchismo, non
può, a mio avviso, che essere un mezzo con il quale l'anarchismo può
raggiungere la sua più o meno completa realizzazione, senza cessare mai,
peraltro, di svilupparsi. Solo così l'anarchismo diventa comprensibile per
ognuno di noi: avendo eliminato dall'umanità quello spirito di sottomissione
che gli è stato artificialmente imposto, l'anarchismo diventa in seguito l'idea
direttrice delle masse umane in marcia verso la conquista di tutte le loro
finalità.
Nella nostra epoca, l'anarchismo è
ancora considerato teoricamente debole, poco sviluppato e anche –
così alcuni affermano – spesso interpretato erroneamente in molti aspetti.
Eppure i suoi esponenti – dicono – ne parlano costantemente, vi militano attivamente
e talvolta si lamentano che esso non riesca ad affermarsi (immagino, in
quest'ultimo caso, che tale atteggiamento sia provocato dall'incapacità di
elaborare, magari a partire da un ufficio studi, i mezzi sociali indispensabili
perché l'anarchismo abbia una presa sulla società dei nostri tempi...).
Invece, l'anarchismo vive ovunque si
trovi la vita umana. D'altronde, diventa accessibile all'individuo solo laddove
esistono i propagandisti ed i militanti che hanno rotto, sinceramente e
interamente, con la psicologia di sottomissione della nostra epoca, cosa,
peraltro, che attira sulle loro teste la persecuzione più feroce. Questi
militanti aspirano a servire le loro convinzioni senza egoismi, senza paura di
scoprire degli aspetti inattesi nel loro processo di sviluppo, per meglio
assimilarli progressivamente, se così serve; in tal modo lavorano per il
trionfo dello spirito anarchico sullo spirito della sottomissione.
Da qui seguono due tesi:
• la prima è che l'anarchismo conosce
espressioni e forme diverse, pur mantenendo una perfetta integrità nella sua
essenza;
• la seconda è che l'anarchismo è rivoluzionario
di natura e può adottare soltanto metodi rivoluzionari di azione nella lotta
contro i suoi oppressori.
Nel corso della sua lotta
rivoluzionaria, l'anarchismo non solo rovescia i governi e sopprime le loro
leggi, ma attacca anche la stessa società da cui sono nate, i loro valori, i
loro "costumi" e la loro "moralità", e questo lo rende
sempre più comprensibile e digeribile alla parte oppressa dell'umanità.
Tutto ciò ci porta a credere fermamente
che l'anarchismo nella nostra epoca non può più rimanere rinchiuso tra i limiti
stretti di un pensiero marginale, rivendicato solamente da pochi gruppuscoli
che operano in isolamento. L'influenza naturale dell'anarchismo sulla mentalità
delle masse dell'umanità in lotta è più che evidente. Ma perché questa
influenza venga assimilata dalle masse in modo cosciente, l'anarchismo deve,
d'ora in poi, dotarsi di nuovi approcci e imboccare la via delle pratiche
sociali ora, nella nostra epoca.
Delo Truda, n°4, settembre 1925, pp.7-8.