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giovedì 8 ottobre 2015

The Foggy Dew

The Foggy Dew (in italiano "La nebbia del mattino") è una ballata irlandese, di uno dei più noti e dei più suggestivi canti tradizionali che descrive la Sollevazione di Pasqua del 1916 con lo scopo di incoraggiare gli irlandesi a combattere per la causa irlandese, piuttosto che per gli inglesi, come molti giovani stavano facendo durante la I Guerra Mondiale.
È stata scritta da Canon Charles O’Neill, un parroco irlandese: dopo aver assistito alla prima seduta del parlamento irlandese volle dedicare una canzone alla sollevazione di Pasqua, che è considerata uno degli eventi più importanti che portarono all'indipendenza dell'Irlanda. O'Neill scrisse il testo mentre per la musica si limitò ad apportare delle modifiche ad una vecchia canzone d'amore irlandese "Star of the County Down". Racconta la storia di una settimana buia nella storia dell'impero britannico e, in retrospettiva, una settimana gloriosa della storia d'Irlanda.
Lunedì 24 aprile 1916, un pugno di uomini male equipaggiati, riuscì ad affrontare la potenza del più grande impero che il mondo avesse mai visto. Hanno fallito, naturalmente, e il loro fallimento ha provocato la morte di molte persone innocenti e in gran parte del centro di Dublino, ridotta ad un rudere fumante. Eppure dalle braci di Dublino una scintilla è stata accesa che ha portato un popolo a lottare per la libertà.
La canzone è stata interpretata ed incisa, con vari arrangiamenti, praticamente da tutti i più grandi nomi della musica irlandese e di area celtica, da Alan Stivell, di cui ha sempre rappresentato un brano fisso nei concerti fin dagli anni'70, fino all'ultima versione dello storico gruppo dei Chieftains, assieme a Sinead O'Connor, nell'album "The Wide World Over" (2002), passando da Gilles Servat (vedi brano proposto a fine post).
 

The Foggy Dew

As down the glen one Easter morn
to a city fair rode I
There Armed lines of marching men
in squadrons passed me by
No fife did hum nor battle drum
did sound it's dread tatoo
But the Angelus bell
o'er the Liffey swell
rang out through the foggy dew.

Right proudly high over Dublin Town
they hung out the flag of war
'Twas better to die 'neath an Irish sky
than at Sulva or Sud El Bar
And from the plains of Royal Meath
strong men came hurrying through
While Britannia's Huns,
with their long range guns
sailed in through the foggy dew.

'Twas Britannia bade our Wild Geese go
that small nations might be free
But their lonely graves are by Sulva's waves
or the shore of the Great North Sea
Oh, had they died by Pearse's side
or fought with Cathal Brugha
Their names we will keep
where the fenians sleep
'neath the shroud of the foggy dew

But the bravest fell, and the requiem bell
rang mournfully and clear
For those who died that Eastertide
in the springing of the year
And the world did gaze, in deep amaze,
at those fearless men, but few
Who bore the fight
that freedom's light
might shine through the foggy dew.

Ah, back through the glen I rode again
and my heart with grief was sore
For I parted then with valiant men
whom I never shall see more
But to and fro in my dreams I go
and I'd kneel and pray for you,
For slavery fled,
O glorious dead,
When you fell in the foggy dew.
La nebbia del mattino

Una mattina di Pasqua
attraversavo una valle
a cavallo verso una bella città,
mi passarono davanti marciando
file di uomini armati.
La zampogna non suonò il tamburello non rullò.
Si sentì solo la campana dell'Angelus
suonare e di lontano lo scorrere
del fiume nella nebbia di quel mattino.

Innalzarono fieramente la bandiera
della battaglia sopra Dublino.
Sarebbe stato meglio morire sotto il cielo irlandese
piuttosto che combattere con inglesi a Sulva o a Sud el Bar.
Dalle pianure di Royal Meath
arrivarono correndo altri uomini forti
mentre con i cannoni arrivarono gli inglesi invasori
sulle loro navi nella nebbia di quel mattino.

Se la Britannia avesse lasciato fare i nostri ragazzi
quelle piccole nazioni avrebbero potuto essere libere
ma le loro tombe stanno ora presso le onde del Sulva
o sulle rive del gran Mare del Nord
Oh, fossero morti accanto a Pearse
o combattuto con Cathal Brugha!
Ma serberemo i loro nomi
dove dormono i feniani
nel manto della nebbia di quel mattino.

I più coraggiosi caddero
e nel silenzio le campane
suonarono tristemente il requiem per coloro
che morirono in quella Pasqua di primavera.
Il mondo guardò con grande stupore
quei pochi uomini coraggiosi
che sostennero la lotta
perché la luce della libertà
risplendesse nella nebbia di quel mattino.

Tornai in quella valle cavalcando
e il mio cuore pianse di dolore,
perché avevo lasciato uomini valorosi
che non avrei mai più visto.
Ma quando il mio pensiero torna a voi m'inginocchio e prego,
perché la schiavitù è fuggita quando voi,
o morti gloriosi,
siete caduti nella nebbia di quel mattino.