..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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lunedì 14 novembre 2016

I Guarani hanno deciso: ammazzateci e seppelliteci qui

Contro la decisione della “Giustizia” Federale e del governo brasiliano che vogliono occupare tutte le terre del popolo Guarani Kaiowá, è stato scritto il seguente appello tanto tragico quanto dignitoso da parte di queste persone pacifiche e native che vivono sulle rive del fiume Hovy. L'appello può essere interpretato come un'azione suicida collettiva (ricordiamo anche i Mapuche), o come un invito per l'esercito a sparare contro queste persone.

“Noi, 50 uomini, 50 donne, 70 bambini Guarani Kaiowá del Brasile, esponiamo qui la nostra situazione e la nostra decisione definitiva di fronte all'ordine di espulsione della Giustizia Federale, dossier nº 00000 32-87. 2012.4.03.6006 del 29/09/2012. Noi siamo stati avvisati che saremmo stati attaccati ed espulsi dalle rive del fiume da parte della pulita Giustizia Federale di Navirai. Così, è evidente che l'azione stessa della Giustizia del Brasile genera e aumenta le violenze contro di noi, violando il nostro diritto di sopravvivere sulle nostre terre ancestrali, le rive del fiume Hovy. E' chiaro che la decisione della Giustizia Federale fa parte del genocidio storico dei popoli indigeni. Noi proclamiamo al Governo e alla Giustizia Federale che abbiamo perduto la speranza di sopravvivere degnamente e senza violenza, e che noi non crediamo più nella loro Giustizia. A chi andremo a denunciare il genocidio praticato contro di noi? A quelli che lo alimentano?
Noi abbiamo valutato la nostra situazione e abbiamo concluso che, a breve, moriremo. Noi non abbiamo e non avremo la possibilità di vivere degnamente né sulla riva dell'Hovy, né lontano da qui. Siamo accampati a 50 metri dal fiume, e quattro dei nostri sono già stati uccisi, due per suicidio indotto, due sotto la tortura degli uomini armati al servizio dei grandi proprietari. Viviamo su queste rive da più di un anno, senza protezione, isolati e accerchiati da questi uccisori; noi mangiamo una sola volta al giorno; tutto questo lo subiamo per ritrovare la nostra terra, al centro della quale c'è il cimitero dei nostri antenati, parenti, anziani, padri, nonne. Fino ad oggi abbiamo resistito, ma tutti insieme, a questo punto, abbiamo deciso di non andare via da qui. Noi allora vogliamo essere uccisi e seppelliti qui. Abbiamo già sofferto molto, veniamo massacrati e moriamo a un ritmo rapido. Non andremo via da qui. Abbiamo deciso di lasciarci uccidere qui, collettivamente. Domandiamo una volta per tutte alla Giustizia Federale di decretare il nostro sterminio totale, di far entrare dei trattori per scavare una fossa e di seppellirci tutti insieme. Noi non abbiamo altra opzione, questa è l'ultima decisione unanime di noi, i Guaranti”.