..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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lunedì 22 maggio 2017

Ventotene, 22 maggio 1901: Gaetano Bresci è morto

È morto, non v’è più dubbio. Ucciso o suicidato, non importa; è un’altra vittima che si aggiunge a quelle altre già innumerevoli cagionate dal regime capitalista-autoritario, che uccide per anemia e per pletora, per fatica e per ozio, per amore e per odio, per esser buono e per esser malvagio; che uccide nelle fabbriche, nelle miniere e nei cantieri, negli immondi tuguri e nel rigagnolo della via, nei quartieri e nelle carceri; sui campi di battaglia e nelle feste della pace; in alto mare e in terra ferma.
A milioni periscono tutti i giorni nel mondo, esseri che vivrebbero più lungamente se in un altro modo e con altri principi si reggessero gli uomini.
E Bresci è morto nel fondo di una segreta, senza poter vedere i suoi compagni, né le sue bambine, nessuna persona cara, per aver voluto salvare la vita a milioni di esseri che tutti i giorni muoiono inutilmente e oscuramente.
Se gli fosse stato possibile, di questo ne siamo certi, al mondo tutto avrebbe fatto sapere ch’egli uccise e si fece uccidere, non solo per aver salvato molte vite, ma anche per rendere felice la vita a tutti, perché a nessuno mancasse il pane, il pane per lo stomaco e l’intelletto. Questo egli voleva, questo desiderava, con una potenza tale che, tranquillo, soddisfatto, gaudente, diede in olocausto la sua esistenza, vale a dire quanto può dare un uomo.
Specchiamoci nella sua grande e limpida figura. Siamo con lui energici, tenaci, decisi; diamo, come lui, quando possiamo, anche la vita, per abbattere la Tirannia, lo Sfruttamento e la Menzogna.
Questa è certamente la vendetta che lui voleva. Vendichiamolo così!

Da “La Questione Sociale” di Peterson, 8 giugno 1901