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sabato 12 maggio 2018

Il Maggio francese

Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento
se il fuoco ha risparmiato
le vostre Millecento
anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti.
Fabrizio De Andrè

50 anni dal ’68, 50 anni dal maggio francese, 50 anni di recupero, integrazione, nella/della società dello spettacolo. Parigi, quel maggio, esplodeva, ma a cinquant’anni di distanza, i manifesti, le scritte, gli slogan, solcati e riecheggianti nelle strade di una città in rivolta, li ritroviamo esposti, come feticci, in mostre commemorative, a nutrire un immaginario nostalgico, senza che nel frattempo la storia, fuori, sia cambiata.
Meditare ed agire.

Prologo: Rivendicare l’impossibile
1965-66-67, Nanterre, Strasburgo, Nantes: la protesta studentesca si stava sviluppando a raggiera  influenzata, di fatto, dalla presenza informale dell’Internazionale Situazionista, movimento che si distingueva, per capacità d’analisi e linguaggio, dal sottobosco dei gruppi gauchisti dell’epoca.
All’inizio del ’68, il regime gaullista, consolidato nel ’58 come momento di risoluzione della questione Algeria, compiva dieci anni. Il paese è attraversato da fermenti trasversali, la contestazione è una costante. Contestazione studentesca, contro il “piano Fouchet” di riforma universitaria, ma che iniziava ad estendersi al sociale, riuscendo a coinvolgere la base operaia. Come a Nantes, dove la contestazione è caratterizzata dallo scontro aperto con i reparti del CRS – Compagnie Républicaine de Sécurité (grosso modo l’equivalente della “nostra” Polizia Celere): il 14 marzo ci fu una delle manifestazioni più dure, alla quale parteciparono anche alcuni Enragès di Nanterre. Gli Enragés erano un gruppo di studenti (René Viesel, Patrick Cheval, Gérard Birgogne), che si era formato all’interno del gruppo anarchico TSRF (Tendance Sindacale Rèvolutionnaire Féderaliste, ovvero una tendenza anarchica nata nel 1965 nel sindacato studentesco), che agirono come elemento di contatto tra gli studenti di Nanterre e i situazionisti.

22 marzo: tutto ha inizio
Per protestare contro l’arresto di uno studente di estrema sinistra di Nanterre, sobborgo ovest di Parigi, sospettato di avere partecipato ad un attentato contro l’American Express a Parigi mentre si svolgevano violente dimostrazioni contro la guerra del Vietnam, 300 suoi compagni tengono un comizio in un anfiteatro. Durante la notte 142 di loro occupano la sala del Consiglio di Università, nell’edificio dell’amministrazione. All’occupazione parteciparono attivamente anche gli Enragés, anche se risultarono in disaccordo con gli altri gruppi gauchiste del movimento, tanto da lasciare la sala occupata del Consiglio di Facoltà. Il loro intento era quello di innalzare il conflitto, rifiutando la trattativa con il mondo accademico, e lanciando parole d’ordine, tracciate sui muri con le bombolette spray, che sarebbero riecheggiate e moltiplicate per tutto il maggio francese.
I 142 studenti che occupavano la sala del Consiglio, prima di uscire, decisero di costituire, allo scopo di tenere in piedi e sviluppare l’agitazione un movimento informale. La stampa battezzo il movimento come “Movimento dei 142” e poi “Movimento 22 marzo”, ed elesse Daniel Cohen-Bendit (studente di sociologia, nato tedesco, che si definisce "visceralmente anticapitalista, antiautoritario e anticomunista) come uno dei portavoce, creando una delle maggiori vedette del ’68 francese. Composto all’inizio da trozkisti della Lega Comunista rivoluzionaria (LCR) e da anarchici (tra i quali Daniel Cohn-Bendit), raggiunti a fine aprile dai maoisti dell’Unione dei giovani comunisti marxisti-leninisti (UJCML) e che, nelle settimane seguenti, contò più di 1200 partecipanti, il movimento, così eterogeneo, trovava il legante in due questioni: la lotta antimperialista e la democrazia diretta nell’organizzazione.
È l’inizio di un mese di costanti agitazioni, prese di posizione, scontri: contro la polizia e contro i fascisti del gruppo Occident, che confluivano a Parigi per dare addosso al rosso.

E venne maggio…

1° maggio. Forte tensione nelle università parigine della Sorbonne e di Nanterre. Per la prima volta dal 1954, manifestazioni a Parigi, sfilano: CGT, PCF, PSU (République - Bastille)
2 maggio. Dopo 40 giorni di occupazione, l'Università di Nanterre viene sgomberata dalla polizia. La prova di forza provoca l’effetto opposto dal voluto.
3 maggio, la situazione precipita. Trecento studenti si riuniscono nel cortile della Sorbonne per protesta contro la chiusura di Nanterre. La polizia invade il campus, ci furono i primi scontri; i fascisti distruggono la sede del sindacato studentesco Unef;. i CRS circondano l'università. Le trattative tra studenti e polizia durano ore mentre migliaia di studenti si affollano nelle strade vicine: la polizia intervenne brutalmente e causo 200 arresti tra gli occupanti., in loro favore si sollevo il Quartiere Latino. Gli scontri (sassaiole, barricate) continuarono in serata per ancora 4 ore: vennero feriti 72 poliziotti e fermati 400 dimostranti (alcuni ricordano 600 arresti)
4 maggio. L'Unef e il sindacato insegnanti proclamano uno sciopero generale e una manifestazione a partire dal 6.
5 maggio. Sei studenti vengono processati per gli scontri del 3; quattro sono condannati a pene detentive senza condizionale. La Sorbonne rimane occupata dalla polizia
6 maggio. Un corteo di 15.000 persone parte dalla Sorbonne, passa sulla riva destra e manifesta di fronte al Palais Royal, torna al Quartiere Latino e tenta di occupare l'università. Gli studenti affrontano, fino a tarda sera (mezzanotte), la polizia in una vera e propria guerriglia urbana. 487 i feriti. Agli scontri della giornata partecipano tutti. Dai liceali,  ai primi operai, ai disoccupati.
7 maggio. Quasi 50.000 studenti passano in corteo nella zona sud di Parigi, evitando il Quartiere latino presidiato dalla polizia, e passa a sorpresa sulla riva destra della Senna malgrado altri sbarramenti della polizia: percorsero i Campi Elisi, a due passi dal palazzo presidenziale. Si sentì riecheggiare l’Internazionale sotto l’Arco di Trionfo, là dove si sentiva, di solito, la Marsigliese o le Campane a morto.
8 maggio. Il governo si impegna a riaprire la Sorbonne e Nanterre se i disordini non si ripeteranno. A sera un corteo di 30.000 persone sfila per il Quartiere latino. Al termine il servizio d'ordine dell'Unef impone lo scioglimento per rispettare i patti con le autorità. Grandi cortei attraversarono Parigi.
9 maggio. "Via col vento", proiettato nella nuova copia 70 mm, inaugura il XXI festival di Cannes che, per la prima e unica volta, sarà interrotto dopo la prima settimana in solidarietà con le lotte studentesche e operaie che si svolgono in Francia.
Le scene del celebre film del ’39 di Victor Fleming, fanno da preludio a ciò che sarebbe successo di li a poche ore a Parigi.

La notte delle barricate
10 maggio. Un corteo di protesta di oltre 20.000 persone, sfila sotto la prigione della Santé, con l’intenzione di dirigersi al Ministero della Giustizia. La polizia blocca i ponti per la riva destra della Senna, gli studenti decidono così di occupano il Quartiere latino, il rione dell’università, a sud della Senna (non è un vero e proprio quartiere nel senso amministrativo del termine, ma una zona a cavallo del V arrondissement e VI arrondissement), che va da Saint-Germain-des-Prés ai giardini del Luxembourg), per chiedere che la restituzione agli studenti della Sorbonne.
Alle ore 21 alcuni manifestanti cominciarono ad erigere delle barricate (approssimativamente una sessantina), spontaneamente: «Mai la passione della distruzione si era mostrata più creatrice. Tutti corsero alle barricate. I leaders non avevano più la parola» (Viénet)
A mezzanotte, una delegazione di 3 insegnanti e 3 studenti (tra cui Cohn-Bendit) venne ricevuta dal rettore dell’accademia di Parigi ma quest’ultimo, se accettò la riapertura della Sorbona, non poté promettere niente sulla scarcerazione degli studenti arrestati il 3 maggio.
Alle 2,15 dopo ore di trattative, i CRS danno l’assalto alle barricate dopo averle copiosamente infestate di gas lacrimogeni. Al momento dell’attacco nel perimetro occupato erano rimasti tra i 1500 e i 2000 barricadieri: meno della metà studenti, alcune centinaia di operai, liceali in gran numero e cosiddetti blousons-noirs, espressione con cui nel 1959 i media francesi indicano i piccoli delinquenti; molti stranieri e molte ragazze. Insomma: «era l’élite, era la teppa» (Viénet).
La resistenza, ed i conseguenti violentissimi scontri, durò per più di tre ore:  dalla parte di via Mouffetard fino alle 5.30. Più di cento feriti e circa 500 gli arresti. Il grosso dei rivoltosi riuscì, in un modo o in un altro, a fuggire o a nascondersi nel quartiere (che già durante la notte aveva mostrato simpatia per la protesta). «Fino a mattina inoltrata la polizia rastrellò il quartiere, manganellando e portando via chiunque avesse l’aria sospetta» (Viénet)
Tutti questi avvenimenti, ed in particolare le testimonianze sulla brutalità delle forze di repressione, venivano seguiti alla radio minuto per minuto da centinaia di migliaia di persone.
Alle 6 di mattina “l’ordine regnava” al Quartiere latino che appariva come devastato da un tornado. Alle prime luci dell’alba, rue Gay-Lussac era totalmente devastata.
«L’epoca della Guerra dei cent’anni dei proletari, inaugurata dalla Comune di Parigi, si è conclusa nel 1968 su nuove barricate al Quartiere Latino. Come un secolo prima, il realismo degli isorti continuava a pretendere l’impossibile» (S. Ghirardi)

L’apice della rivolta
11 maggio. Tutta la Francia è sconvolta dagli scontri di Parigi: la radio ha mandato in diretta sia le trattative tra studenti e rettore sia l'intera battaglia. Le tv hanno fatto vedere le immagini della brutalità indiscriminata dei CRS. L’opinione pubblica è scossa. I sindacati indicono lo sciopero generale per il 13.
12 maggio. Nonostante Pompidou abbia accettato tutte le richieste degli studenti (riapertura della Sorbona il 13 e scarcerazione degli arrestati) la tensione è altissima. Alle manifestazioni studentesche in Francia si uniscono gruppi di giovani operai. Ormai il "maggio" non era più solo una rivolta di studenti: la protesta universitaria si era saldata con vertenze contrattuali di varie categorie, creando una miscela esplosiva che sfuggiva di mano anche alla Cgt, la Cgil francese.
13 maggio. Centinaia di migliaia di francesi in piazza. La rivolta toccò l'apice: mentre un manipolo di studenti occupava la Sorbona, 800mila scioperanti bloccavano Parigi, sfilando al grido di "Ce n'est qu'un debut, continuons le combat" ("È solo l'inizio, continuiamo la lotta").
Lo sciopero generale blocca Cannes. Nessuna proiezione viene effettuata. Solo i critici, di notte, riescono a vedere i film in concorso. Il palazzo viene cinto d'assedio dai manifestanti.
Il "maggio" era sempre più eversivo per la Francia gollista. Eversivi erano non solo gli atti di violenza, né solo i danni economici: tale era anche l'atteggiamento irridente con cui i ribelli della Sorbona trattavano istituzioni e modelli di comportamento tradizionali. Nei cortei sfilavano ragazze a seno nudo, con berretto frigio in testa e bandiera rossa in mano, caricature di Marianne, icona femminile della "Republique". E nel Quartiere Latino nuove targhe ribattezzavano le vie: boulevard St-Michel divenne in quei giorni "rue du Vietnam héroique". Fuori Parigi si moltiplicavano le fabbriche occupate: il 14 erano solo due, a Nantes e in Lorena; ma il giorno dopo divennero 50, sparse in tutto il territorio nazionale. Il 20 fu occupato anche il porto di Marsiglia.

14 maggio. Lo sciopero spontaneo comincia in Lorena con l'agitazione delle officine Claas. A Nantes gli operai della Sud-Aviation occupano la fabbrica e sequestrano il direttore e alcuni dirigenti.
Intanto a Parigi, alla Sorbonne occupata, gli Enragés e i situazionisti (Debord, Khayati, Viénet), si installano in una sala dell’ateneo (ribattezzata salle Jules Bonnot – anarchico, primo ladro ad aver usato l’automobile), e danno via al Comitato Enragés Situationniste.
Nello stesso giorno, l’Assemblea Generale, elesse il primo Comitato d’Occupazione (15 membri), come il suo unico organo esecutivo (tre le tendenze: riformista, gaushista e, quella minoritaria, situazionista – René Diesel fu comunque eletto nel Comitato). Anche se i vari gruppi di sinistra formarono vari altri comitati per cercare di controllare e condizionare il Comitato d’Occupazione.
15 maggio. Gli operai della Renault-Cléon entrano in sciopero, sequestrano il direttore e una decina di dirigenti, alzano la bandiera rossa sulla fabbrica e dichiarano l'occupazione illimitata. Subito occupate altre due fabbriche nella stessa zona. Occupato anche il Teatro dell’Odeon e la Scuola di Belle Arti, trasformata in atelier popolare.
Enrangés e situazionisti stilano una circolare per l’azione immediata, preparandosi per la rivoluzione sociale o la repressione: Ai membri dell’Internazionale Situazionisti, ai compagni che si sono dichiarati in accordo con le nostre tesi. Nel frattempo Riesel ed i situazionisti denunciano alcuni complotti interni al Comitato d’Occupazione: che viene, con l’espulsione della maggior parte dei membri, azzerato. I situazionisti ne prenderanno di fatto il controllo.
16 maggio. L'agitazione arriva alla Renault di Flins e in serata viene occupata la Renault-Billancourt, principale fabbrica del paese. Le fabbriche occupate sono 50. A Parigi occupata l'Accademia di Francia. CGT e PCF, fanno i pompieri, ed accusano i gruppi estremisti di gettare il paese nel disordine.
17 maggio. I situazionisti lassciano la Sorbonne (dove oramai regna la burocrazia) e formano il Conseil pour le maintien des occupations (CMDO). Nella sera corteo studentesco del Quartiere Latino a Boulogne-Billancourt.
18 maggio. Retour à Paris du Général de Gaulle qui dénonce la «chienlit». Grève générale, la paralysie économique gagne l'ensemble du pays (entre 3 et 6 millions de grévistes). Début des rassemblements d’extrême-droite le soir place de l’étoile (quelques milliers). La CGT propose une rencontre à la FGDS qui refuse
19-20 maggio. Cannes viene definitivamente interrotta. Gli Stati generali del cinema decidono la fine "morale" del Centre Nationale du Cinéma e si danno alcuni obiettivi (attacco al monopolio, abolizione della censura, riforma dell'insegnamento audiovisivo,...).
Occupato il porto di Marsiglia. Bloccate le centrali elettriche e telefoniche. II segretario del Pcf Waldeck-Rochet propone la costituzione di un governo popolare. Il segretario della Cgt Seguy si pronuncia contro lo sciopero insurrezionale.
Il CMDO (40 persone, tra cui dieci situazionisti) occupa, e si insediane l’istituto di Pedagogia Nazionale in via d’Ulm. La sua attività fu caratterizzata dalla propaganda diretta attraverso stampa di volantini, manifesti, testi ed opuscoli.
21 maggio. Gli scioperanti sono 7 milioni (per alcuni tra gli 8 e i 10 milioni). Waldeck-Rochet propone ai leader degli altri partiti di sinistra Mitterand e Mollet la creazione di un blocco unito delle sinistre. Sartre parla alla Sorbona occupata. Occupati anche tutti i principali teatri di Parigi.
22 maggio. Manifestazione, in serata e durante la notte, contro l’interdizione di soggiorno di  Cohn-Bendit, avvenuta il giorno precedente.
23-24maggio. Massima estensione dello sciopero che coinvolge quasi 10 milioni di persone. Scontri e barricate al Quartiere latino ma la Cgt rifiuta di aderire alle manifestazioni per il rientro di Cohn-Bendit. Il leader sindacale Barjonnet si dimette per protesta. olto il diritto di soggiorno al leader del Movimento 22 marzo Cohn-Bendit, di nazionalità tedesca, in trasferta ad Amsterdam per una manifestazione.
L'atteso discorso televisivo di De Gaulle dura 7 minuti. Il generale indice un referendum entro un mese. Gli studenti si scontrano con la polizia nelle principali città (Bordeaux, Strasbourg, Nantes, Toulouse). A Parigi tentano di assaltare la Borsa e impegnano la polizia su un fronte di 10 Km.
25 maggio. Inizio dei negoziati di Grenelle.. Il bilancio degli scontri della notte è pesantissimo: centinaia di feriti, un manifestante morto a Parigi, un commissario ucciso a Lione. In serata nuova battaglia a Bordeaux. Anche i contadini alzano barricate. A Nanterre, studenti di sinistra cacciano da un meeting il deputato comunista René Juquin.
26 maggio. I francesi si sentirono dire che la benzina doveva essere razionata, per le difficoltà di rifornimento create da scioperi e disordini
27 maggio. Accordi di Grenelle, tra sindacati, padroni e governo, firmato alle 7 e un quarto della mattina (augmentation du SMIG et des bas salaires, suppression des abattements de zone, réduction progressive de la durée du travail en vue d’aboutir à la semaine de 40 heures, abaissement de l'âge de la retraite, révision des conventions collectives, reconnaissance de la section syndicale d’entreprise et augmentation des droits syndicaux, …). Georges Séguy, segretario generale del sindacato comunista CGT , un’ora dopo, va a proporre l’accordo agli operai delle officine Renault di Boulogne Billancourt, che lo respingono e votano per la continuazione dello sciopero.
28 maggio. Si dimette il ministro dell'educazione Peyrefitte. Mitterrand propone un governo alternativo presieduto da Mendès-France ma il Pcf si dissocia. La Cgt convoca una manifestazione a Parigi per il giorno seguente
29 maggio. Mezzo milione di persone alla manifestazione organizzata a Parigi dalla Cgt. Nella mattinata De Gaulle scompare per qualche ora all'insaputa di tutti, persino del primo ministro.
30 maggio. Alle 16.30 De Gaulle parla alla radio. Un discorso durissimo in cui rifiuta di dimettersi, scioglie l'Assemblea nazionale, rinvia il referendum, annuncia le elezioni per il 2 giugno, minaccia il ricorso alle forze armate. Enorme manifestazione a sostegno di De Grulle. Un nuovo, imponente corteo attraversò Parigi: non reclamava "tutto e subito", bensì "ordine subito".
31 maggio. Manifestazioni golliste in tutte le città francesi, che si scontrano con gruppi di sinistra. Pompidou forma un nuovo governo. Viene ristabilito il controllo dei cambi. L'approvviggionamento, nell'essenziale, riprende. E' il lungo weekend della Pentecoste.

Epilogo
1 giugno. A Parigi decine di migliaia di persone partecipano a un corteo dell'Unef. La polizia scioglie i picchetti di scioperanti di fronte alla Gare de Lyon. In tutto il paese si formano Comitati d'azione civica gollisti.
5-30 giugno. Il 5 giugno rientrano nei ranghi gli operatori dei servizi. Entro il 17 tutte le fabbriche riaprono, seppure talvolta dopo scontri anche sanguinosi. Una dopo l’altra tutte le facoltà vengono sgomberate. Evacuazione, sgomberi, e scontri violenti il 7. I CRS non fanno sconti, la repressione è durissima: l’11 giugno, attaccano brutalmente gli operai alla Peugeot di Sochaux, e dopo ore di scontri, ne uccise due. Il governa decreta lo scioglimento di tutte le ormazioni gauschiste. Il 15 si scioglie il CMDO.
30 giugno. Elezioni: il partito gollista Udr prende il 43% dei voti e che conquista il 65% dei seggi (297 su 487) all’Assemblea Nazionale. De Gaulle aveva stravinto: oltre alle barricate aveva spazzato via anche l'opposizione parlamentare.