ha fatto a meno del vostro
coraggio
se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento
se il fuoco ha risparmiato
le vostre Millecento
anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti.
Fabrizio De Andrè
50 anni dal ’68, 50 anni dal maggio francese, 50 anni di recupero,
integrazione, nella/della società dello spettacolo. Parigi, quel maggio,
esplodeva, ma a cinquant’anni di distanza, i manifesti, le scritte, gli slogan,
solcati e riecheggianti nelle strade di una città in rivolta, li ritroviamo
esposti, come feticci, in mostre commemorative, a nutrire un immaginario
nostalgico, senza che nel frattempo la storia, fuori, sia cambiata.
Meditare ed agire.
Prologo: Rivendicare
l’impossibile
1965-66-67, Nanterre, Strasburgo, Nantes: la protesta studentesca si
stava sviluppando a raggiera influenzata, di fatto, dalla presenza
informale dell’Internazionale Situazionista, movimento che si distingueva, per
capacità d’analisi e linguaggio, dal sottobosco dei gruppi gauchisti dell’epoca.
All’inizio del ’68, il regime
gaullista, consolidato nel ’58 come momento di risoluzione della questione
Algeria, compiva dieci anni. Il paese è attraversato da fermenti trasversali,
la contestazione è una costante. Contestazione studentesca, contro il “piano
Fouchet” di riforma universitaria, ma che iniziava ad estendersi al sociale,
riuscendo a coinvolgere la base operaia. Come a Nantes, dove la contestazione è
caratterizzata dallo scontro aperto con i reparti del CRS – Compagnie
Républicaine de Sécurité (grosso modo l’equivalente della “nostra” Polizia
Celere): il 14 marzo ci fu una delle manifestazioni più dure, alla quale
parteciparono anche alcuni Enragès di Nanterre. Gli Enragés erano
un gruppo di studenti (René Viesel, Patrick Cheval, Gérard Birgogne), che si
era formato all’interno del gruppo anarchico TSRF (Tendance Sindacale
Rèvolutionnaire Féderaliste, ovvero una tendenza anarchica nata nel 1965 nel
sindacato studentesco), che agirono come elemento di contatto tra gli studenti
di Nanterre e i situazionisti.
22
marzo: tutto ha inizio
Per protestare contro l’arresto
di uno studente di estrema sinistra di Nanterre, sobborgo ovest di Parigi,
sospettato di avere partecipato ad un attentato contro l’American Express a
Parigi mentre si svolgevano violente dimostrazioni contro la guerra del
Vietnam, 300 suoi compagni tengono un comizio in un anfiteatro. Durante la
notte 142 di loro occupano la sala del Consiglio di Università, nell’edificio
dell’amministrazione. All’occupazione parteciparono attivamente anche gli
Enragés, anche se risultarono in disaccordo con gli altri gruppi gauchiste del
movimento, tanto da lasciare la sala occupata del Consiglio di Facoltà. Il loro
intento era quello di innalzare il conflitto, rifiutando la trattativa con il
mondo accademico, e lanciando parole d’ordine, tracciate sui muri con le
bombolette spray, che sarebbero riecheggiate e moltiplicate per tutto il maggio
francese.
I 142 studenti che occupavano la
sala del Consiglio, prima di uscire, decisero di costituire, allo scopo di
tenere in piedi e sviluppare l’agitazione un movimento informale. La stampa
battezzo il movimento come “Movimento dei 142” e poi “Movimento 22 marzo”, ed
elesse Daniel Cohen-Bendit (studente di sociologia, nato tedesco, che si
definisce "visceralmente anticapitalista, antiautoritario e anticomunista)
come uno dei portavoce, creando una delle maggiori vedette del ’68
francese. Composto all’inizio da trozkisti della Lega Comunista rivoluzionaria
(LCR) e da anarchici (tra i quali Daniel Cohn-Bendit), raggiunti a fine aprile
dai maoisti dell’Unione dei giovani comunisti marxisti-leninisti (UJCML) e che,
nelle settimane seguenti, contò più di 1200 partecipanti, il movimento, così
eterogeneo, trovava il legante in due questioni: la lotta antimperialista e la
democrazia diretta nell’organizzazione.
È l’inizio di un mese di costanti
agitazioni, prese di posizione, scontri: contro la polizia e contro i fascisti
del gruppo Occident, che confluivano a Parigi per dare addosso al rosso.
E venne maggio…
1° maggio. Forte tensione nelle università
parigine della Sorbonne e di Nanterre. Per la prima volta dal 1954,
manifestazioni a Parigi, sfilano: CGT, PCF, PSU (République - Bastille)
2 maggio. Dopo 40 giorni di occupazione,
l'Università di Nanterre viene sgomberata dalla polizia. La prova di forza
provoca l’effetto opposto dal voluto.
3 maggio, la situazione precipita.
Trecento studenti si riuniscono nel cortile della Sorbonne per protesta contro
la chiusura di Nanterre. La polizia invade il campus, ci furono i primi
scontri; i fascisti distruggono la sede del sindacato studentesco Unef;. i CRS
circondano l'università. Le trattative tra studenti e polizia durano ore mentre
migliaia di studenti si affollano nelle strade vicine: la polizia intervenne
brutalmente e causo 200 arresti tra gli occupanti., in loro favore si sollevo il
Quartiere Latino. Gli scontri (sassaiole, barricate) continuarono in serata per
ancora 4 ore: vennero feriti 72 poliziotti e fermati 400 dimostranti (alcuni
ricordano 600 arresti)
4 maggio. L'Unef e il sindacato
insegnanti proclamano uno sciopero generale e una manifestazione a partire dal
6.
5 maggio. Sei studenti vengono processati
per gli scontri del 3; quattro sono condannati a pene detentive senza
condizionale. La Sorbonne rimane occupata dalla polizia
6 maggio. Un corteo di 15.000 persone
parte dalla Sorbonne, passa sulla riva destra e manifesta di fronte al Palais
Royal, torna al Quartiere Latino e tenta di occupare l'università. Gli studenti
affrontano, fino a tarda sera (mezzanotte), la polizia in una vera e propria
guerriglia urbana. 487 i feriti. Agli scontri della giornata partecipano tutti.
Dai liceali, ai primi operai, ai disoccupati.
7 maggio. Quasi 50.000 studenti passano
in corteo nella zona sud di Parigi, evitando il Quartiere latino presidiato
dalla polizia, e passa a sorpresa sulla riva destra della Senna malgrado altri
sbarramenti della polizia: percorsero i Campi Elisi, a due passi dal palazzo
presidenziale. Si sentì riecheggiare l’Internazionale sotto l’Arco di
Trionfo, là dove si sentiva, di solito, la Marsigliese o le Campane a morto.

9 maggio. "Via col vento",
proiettato nella nuova copia 70 mm, inaugura il XXI festival di Cannes che, per
la prima e unica volta, sarà interrotto dopo la prima settimana in solidarietà
con le lotte studentesche e operaie che si svolgono in Francia.
Le scene del celebre film del ’39
di Victor Fleming, fanno da preludio a ciò che sarebbe successo di li a poche
ore a Parigi.
La notte delle barricate
10 maggio. Un corteo di protesta di oltre
20.000 persone, sfila sotto la prigione della Santé, con l’intenzione di
dirigersi al Ministero della Giustizia. La polizia blocca i ponti per la riva
destra della Senna, gli studenti decidono così di occupano il Quartiere latino,
il rione dell’università, a sud della Senna (non è un vero e proprio quartiere
nel senso amministrativo del termine, ma una zona a cavallo del V
arrondissement e VI arrondissement), che va da Saint-Germain-des-Prés ai giardini
del Luxembourg), per chiedere che la restituzione agli studenti della Sorbonne.
Alle ore 21 alcuni manifestanti
cominciarono ad erigere delle barricate (approssimativamente una sessantina),
spontaneamente: «Mai la passione della distruzione si era mostrata più
creatrice. Tutti corsero alle barricate. I leaders non avevano più la parola»
(Viénet)
A mezzanotte, una delegazione di
3 insegnanti e 3 studenti (tra cui Cohn-Bendit) venne ricevuta dal rettore
dell’accademia di Parigi ma quest’ultimo, se accettò la riapertura della
Sorbona, non poté promettere niente sulla scarcerazione degli studenti
arrestati il 3 maggio.
Alle 2,15 dopo ore di trattative,
i CRS danno l’assalto alle barricate dopo averle copiosamente infestate di gas
lacrimogeni. Al momento dell’attacco nel perimetro occupato erano rimasti tra i
1500 e i 2000 barricadieri: meno della metà studenti, alcune centinaia di
operai, liceali in gran numero e cosiddetti blousons-noirs,
espressione con cui nel 1959 i media francesi indicano i piccoli delinquenti;
molti stranieri e molte ragazze. Insomma: «era l’élite, era la teppa»
(Viénet).
La resistenza, ed i conseguenti
violentissimi scontri, durò per più di tre ore: dalla parte di via
Mouffetard fino alle 5.30. Più di cento feriti e circa 500 gli arresti. Il
grosso dei rivoltosi riuscì, in un modo o in un altro, a fuggire o a
nascondersi nel quartiere (che già durante la notte aveva mostrato simpatia per
la protesta). «Fino a mattina inoltrata la polizia rastrellò il quartiere,
manganellando e portando via chiunque avesse l’aria sospetta» (Viénet)
Tutti questi avvenimenti, ed in
particolare le testimonianze sulla brutalità delle forze di repressione,
venivano seguiti alla radio minuto per minuto da centinaia di migliaia di
persone.
Alle 6 di mattina “l’ordine
regnava” al Quartiere latino che appariva come devastato da un tornado. Alle
prime luci dell’alba, rue Gay-Lussac era totalmente devastata.
«L’epoca della Guerra dei
cent’anni dei proletari, inaugurata dalla Comune di Parigi, si è conclusa nel
1968 su nuove barricate al Quartiere Latino. Come un secolo prima, il realismo
degli isorti continuava a pretendere l’impossibile» (S. Ghirardi)
11 maggio. Tutta la Francia è sconvolta
dagli scontri di Parigi: la radio ha mandato in diretta sia le trattative tra
studenti e rettore sia l'intera battaglia. Le tv hanno fatto vedere le immagini
della brutalità indiscriminata dei CRS. L’opinione pubblica è scossa. I
sindacati indicono lo sciopero generale per il 13.
12 maggio. Nonostante Pompidou abbia
accettato tutte le richieste degli studenti (riapertura della Sorbona il 13 e
scarcerazione degli arrestati) la tensione è altissima. Alle manifestazioni
studentesche in Francia si uniscono gruppi di giovani operai. Ormai il
"maggio" non era più solo una rivolta di studenti: la protesta
universitaria si era saldata con vertenze contrattuali di varie categorie,
creando una miscela esplosiva che sfuggiva di mano anche alla Cgt, la Cgil
francese.
13 maggio. Centinaia di migliaia di
francesi in piazza. La rivolta toccò l'apice: mentre un manipolo di studenti
occupava la Sorbona, 800mila scioperanti bloccavano Parigi, sfilando al grido
di "Ce n'est qu'un debut, continuons le combat" ("È
solo l'inizio, continuiamo la lotta").
Lo sciopero generale blocca
Cannes. Nessuna proiezione viene effettuata. Solo i critici, di notte, riescono
a vedere i film in concorso. Il palazzo viene cinto d'assedio dai manifestanti.
Il "maggio" era sempre
più eversivo per la Francia gollista. Eversivi erano non solo gli atti di
violenza, né solo i danni economici: tale era anche l'atteggiamento irridente
con cui i ribelli della Sorbona trattavano istituzioni e modelli di
comportamento tradizionali. Nei cortei sfilavano ragazze a seno nudo, con
berretto frigio in testa e bandiera rossa in mano, caricature di Marianne,
icona femminile della "Republique". E nel Quartiere Latino nuove
targhe ribattezzavano le vie: boulevard St-Michel divenne in quei giorni
"rue du Vietnam héroique". Fuori Parigi si moltiplicavano le
fabbriche occupate: il 14 erano solo due, a Nantes e in Lorena; ma il giorno
dopo divennero 50, sparse in tutto il territorio nazionale. Il 20 fu occupato
anche il porto di Marsiglia.
14 maggio. Lo sciopero spontaneo comincia
in Lorena con l'agitazione delle officine Claas. A Nantes gli operai della
Sud-Aviation occupano la fabbrica e sequestrano il direttore e alcuni
dirigenti.
Intanto a Parigi, alla Sorbonne
occupata, gli Enragés e i situazionisti (Debord, Khayati, Viénet), si
installano in una sala dell’ateneo (ribattezzata salle Jules Bonnot –
anarchico, primo ladro ad aver usato l’automobile), e danno via al Comitato
Enragés Situationniste.
Nello stesso giorno, l’Assemblea
Generale, elesse il primo Comitato d’Occupazione (15 membri), come il suo unico
organo esecutivo (tre le tendenze: riformista, gaushista e, quella minoritaria,
situazionista – René Diesel fu comunque eletto nel Comitato). Anche se i vari
gruppi di sinistra formarono vari altri comitati per cercare di controllare e
condizionare il Comitato d’Occupazione.
15 maggio. Gli operai della Renault-Cléon
entrano in sciopero, sequestrano il direttore e una decina di dirigenti, alzano
la bandiera rossa sulla fabbrica e dichiarano l'occupazione illimitata. Subito
occupate altre due fabbriche nella stessa zona. Occupato anche il Teatro
dell’Odeon e la Scuola di Belle Arti, trasformata in atelier popolare.
Enrangés e situazionisti stilano una
circolare per l’azione immediata, preparandosi per la rivoluzione sociale o la
repressione: Ai membri dell’Internazionale Situazionisti, ai compagni che si
sono dichiarati in accordo con le nostre tesi. Nel frattempo Riesel ed i
situazionisti denunciano alcuni complotti interni al Comitato d’Occupazione:
che viene, con l’espulsione della maggior parte dei membri, azzerato. I
situazionisti ne prenderanno di fatto il controllo.
16 maggio. L'agitazione arriva alla
Renault di Flins e in serata viene occupata la Renault-Billancourt, principale
fabbrica del paese. Le fabbriche occupate sono 50. A Parigi occupata
l'Accademia di Francia. CGT e PCF, fanno i pompieri, ed accusano i gruppi
estremisti di gettare il paese nel disordine.
17 maggio. I situazionisti lassciano la
Sorbonne (dove oramai regna la burocrazia) e formano il Conseil pour le
maintien des occupations (CMDO). Nella sera corteo studentesco del
Quartiere Latino a Boulogne-Billancourt.
18
maggio. Retour à Paris du Général de Gaulle qui dénonce la
«chienlit». Grève générale, la paralysie économique gagne l'ensemble du pays (entre
3 et 6 millions de grévistes). Début des rassemblements d’extrême-droite le
soir place de l’étoile (quelques milliers). La CGT propose une rencontre à la
FGDS qui refuse
19-20
maggio. Cannes viene definitivamente interrotta. Gli Stati generali del cinema
decidono la fine "morale" del Centre Nationale du Cinéma e si danno
alcuni obiettivi (attacco al monopolio, abolizione della censura, riforma
dell'insegnamento audiovisivo,...).
Occupato il porto di Marsiglia.
Bloccate le centrali elettriche e telefoniche. II segretario del Pcf
Waldeck-Rochet propone la costituzione di un governo popolare. Il segretario
della Cgt Seguy si pronuncia contro lo sciopero insurrezionale.
Il CMDO (40 persone, tra cui
dieci situazionisti) occupa, e si insediane l’istituto di Pedagogia Nazionale
in via d’Ulm. La sua attività fu caratterizzata dalla propaganda diretta
attraverso stampa di volantini, manifesti, testi ed opuscoli.
21 maggio. Gli scioperanti sono 7 milioni
(per alcuni tra gli 8 e i 10 milioni). Waldeck-Rochet propone ai leader degli
altri partiti di sinistra Mitterand e Mollet la creazione di un blocco unito
delle sinistre. Sartre parla alla Sorbona occupata. Occupati anche tutti i
principali teatri di Parigi.
22 maggio. Manifestazione, in serata e
durante la notte, contro l’interdizione di soggiorno di Cohn-Bendit,
avvenuta il giorno precedente.
23-24maggio. Massima estensione dello
sciopero che coinvolge quasi 10 milioni di persone. Scontri e barricate al
Quartiere latino ma la Cgt rifiuta di aderire alle manifestazioni per il
rientro di Cohn-Bendit. Il leader sindacale Barjonnet si dimette per protesta.
olto il diritto di soggiorno al leader del Movimento 22 marzo Cohn-Bendit, di
nazionalità tedesca, in trasferta ad Amsterdam per una manifestazione.
L'atteso discorso televisivo di
De Gaulle dura 7 minuti. Il generale indice un referendum entro un mese. Gli
studenti si scontrano con la polizia nelle principali città (Bordeaux,
Strasbourg, Nantes, Toulouse). A Parigi tentano di assaltare la Borsa e
impegnano la polizia su un fronte di 10 Km.
25 maggio. Inizio dei negoziati di
Grenelle.. Il bilancio degli scontri della notte è pesantissimo: centinaia di
feriti, un manifestante morto a Parigi, un commissario ucciso a Lione. In
serata nuova battaglia a Bordeaux. Anche i contadini alzano barricate. A
Nanterre, studenti di sinistra cacciano da un meeting il deputato comunista
René Juquin.
26 maggio. I francesi si sentirono dire
che la benzina doveva essere razionata, per le difficoltà di rifornimento
create da scioperi e disordini
27
maggio. Accordi di Grenelle, tra sindacati, padroni e governo,
firmato alle 7 e un quarto della mattina (augmentation du SMIG et des bas
salaires, suppression des abattements de zone, réduction progressive de la
durée du travail en vue d’aboutir à la semaine de 40 heures, abaissement de
l'âge de la retraite, révision des conventions collectives, reconnaissance de
la section syndicale d’entreprise et augmentation des droits syndicaux,
…). Georges
Séguy, segretario generale del sindacato comunista CGT , un’ora dopo, va a
proporre l’accordo agli operai delle officine Renault di Boulogne Billancourt,
che lo respingono e votano per la continuazione dello sciopero.
28 maggio. Si dimette il ministro
dell'educazione Peyrefitte. Mitterrand propone un governo alternativo
presieduto da Mendès-France ma il Pcf si dissocia. La Cgt convoca una
manifestazione a Parigi per il giorno seguente
29 maggio. Mezzo milione di persone alla
manifestazione organizzata a Parigi dalla Cgt. Nella mattinata De Gaulle
scompare per qualche ora all'insaputa di tutti, persino del primo ministro.
30 maggio. Alle 16.30 De Gaulle parla alla
radio. Un discorso durissimo in cui rifiuta di dimettersi, scioglie l'Assemblea
nazionale, rinvia il referendum, annuncia le elezioni per il 2 giugno, minaccia
il ricorso alle forze armate. Enorme manifestazione a sostegno di De Grulle. Un
nuovo, imponente corteo attraversò Parigi: non reclamava "tutto e
subito", bensì "ordine subito".
31 maggio. Manifestazioni golliste in
tutte le città francesi, che si scontrano con gruppi di sinistra. Pompidou
forma un nuovo governo. Viene ristabilito il controllo dei cambi.
L'approvviggionamento, nell'essenziale, riprende. E' il lungo weekend della
Pentecoste.
1 giugno. A Parigi decine di migliaia di
persone partecipano a un corteo dell'Unef. La polizia scioglie i picchetti di
scioperanti di fronte alla Gare de Lyon. In tutto il paese si formano Comitati
d'azione civica gollisti.
5-30 giugno. Il 5 giugno rientrano nei ranghi
gli operatori dei servizi. Entro il 17 tutte le fabbriche riaprono, seppure
talvolta dopo scontri anche sanguinosi. Una dopo l’altra tutte le facoltà
vengono sgomberate. Evacuazione, sgomberi, e scontri violenti il 7. I
CRS non fanno sconti, la repressione è durissima: l’11 giugno, attaccano
brutalmente gli operai alla Peugeot di Sochaux, e dopo ore di scontri, ne
uccise due. Il governa decreta lo scioglimento di tutte le ormazioni
gauschiste. Il 15 si scioglie il CMDO.
30 giugno. Elezioni: il partito gollista Udr prende il
43% dei voti e che conquista il 65% dei seggi (297 su 487) all’Assemblea
Nazionale. De Gaulle aveva stravinto: oltre alle barricate aveva spazzato via
anche l'opposizione parlamentare.