Il 12 dicembre 1969 una bomba esplose alla
Banca Nazionale dell’Agricoltura: uccise 17 persone e ne ferì 88.
Il 1969 fu l’anno in cui lo scontro di classe fu il più intenso e
radicale nella storia della Repubblica.
Quella di piazza Fontana fu una strage di Stato, la prima delle
tante che negli anni successivi insanguinarono l’Italia.
Dopo la strage si scatenò una durissima
repressione contro gli anarchici: centinaia di compagni furono fermati e
trattenuti in questura.
Uno di loro, Giuseppe Pinelli, precipitò dal
quarto piano della questura di Milano. La polizia liquidò la faccenda come
suicidio, per coprire l’assassinio di Pino.
Pietro Valpreda, accusato della strage, venne liberato dopo tre
anni di prigione.
Oggi in tanti provano a riscrivere quella storia.
La verità su quella vicenda, che spezzò per sempre qualsiasi
illusione sulla Repubblica nata dalla Resistenza, è patrimonio di una memoria resistente che
i movimenti continuano tenacemente ad alimentare.
Oggi come allora sappiamo che “la strage è di Stato – Pinelli è
stato assassinato – Valpreda è innocente”!
Oggi le stragi di Stato continuano… Nel Mediterraneo, per le
strade delle nostre periferie, nei cantieri dove si muore di lavoro, sulle
montagne dove muoiono i migranti…
Ne parliamo con Massimo Varengo, testimone e protagonista di quei
giorni
alle ore 21 alla Federazione Anarchica in corso Palermo 46