..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

Translate

lunedì 5 novembre 2012

Johnny Clegg & Savuka: Asimbonanga

In questa sua canzone, Johnny Clegg onora quattro personaggi che hanno lottato contro l'apartheid. Ovviamente nessun bisogno di presentazione per Nelson Mandela.

Steve Biko era il leader pacifista e antirazzista del partito comunista sudafricano (all'epoca fuorilegge), ucciso dalla polizia del regime dell'Apartheid nel 1977. Nasce nel dicembre del 1946, nella provincia del Capo Orientale. Nel 1972 Steve Biko è tra i fondatori della Black Peoples Convention, federazione di una settantina di gruppi che si riconoscono nella filosofia della coscienza nera. In questo ambiente si prepararono le manifestazioni di protesta di Soweto, la township di Johannesburg teatro, il 16 giugno 1976, di una durissima repressione della polizia. Quel giorno vennero massacrati almeno cento neri. La rivolta dilagò per il paese e in un anno si contarono un migliaio di vittime. Moltissimi i giovani, anche bambini. Non era difficile, per il regime, collegare il nome di Biko alla rinnovata consapevolezza che sosteneva la gioventù nella lotta contro l’apartheid. Biko non fece mai parte dell’African National Congress (Anc), il movimento storico - quello di Nelson Mandela - che dal 1912 convogliava l’ansia di riscatto della maggioranza nera. Per il leader studentesco, l’Anc era in un certo senso troppo “moderato”, anche se aveva poi fatto la scelta, non condivisibile per un nonviolento come Biko, di costituire un braccio armato. Ma prima del suo arresto definitivo, Biko stava preparandosi, come ricorda lo stesso Mandela, a un incontro segreto con Oliver Tambo, il successore di Lutuli alla presidenza dell’Anc. Di quella nascente alleanza il governo aveva sicuramente paura. Forse, anche per questo Biko venne ammazzato.
Ammazzato? «Biko vive!», gridano ancora i graffiti dai muri delle periferie sudafricane.

Victoria Mxenge, (1942 - 1985) è stata un'importante attivista anti-apartheid, di professione infermiera e levatrice; si mise però a studiare giurisprudenza dopo che il marito, Griffiths Mxenge, fu ucciso da alcuni poliziotti guidati da Dirk Coetzee. Il fatto avvenne nella township di Umlazi, a Durban; Mxenge fu ritrovato pugnalato a morte vicino al campo di calcio di Umlazi. Victoria Mxenge divenne una dirigente dello United Democratic Front e della Natal Organisation of Women e, una volta divenuta avvocato, fece parte del collegio di difesa dello UDF e del Natal Indian Congress durante la stagione dei processi razzisti di Pietermaritzburg. Fu a sua volta assassinata poco dopo il processo. Al suo funerale presero parte oltre 10.000 persone. I suoi assassini sono stati processati dalla Truth and Reconciliation Commission dopo la fine dell'apartheid.

Neil Aggett (1953-1982), bianco nato in Kenya ma trasferito in Sudafrica nel 1964, si laureò in medicina nel 1976. Lavorò come medico negli ospedali per neri (sotto l'apartheid, anche gli ospedali erano segregati) a Umtara, Tembisa e infine al Baragwanath Hospital di Soweto, dove divenne un popolarissimo sindacalista (aveva, tra le altre cose, imparato la lingua zulu). Nominato dirigente del Sindacato dei Lavoratori Alimentari e Conservieri del Transvaal, organizzò un vittorioso sciopero contro un gigante sudafricano del settore, Fatti's & Moni's. Fu per questo motivo perseguitato dalle Security Forces (si noti il legame inscindibile tra "sicurezza" e repressione). Dopo che gli fu affidata l'organizzazione di una campagna di sensibilizzazione di bassa a Langa, presso Città del Capo, fu arrestato il 27 novembre 1981. Fu ritrovato morto in cella il 5 febbraio 1982, dopo 70 giorni di detenzione senza processo. Nella storia dell'apartheid sudafricano fu la 51a vittima in carcere, ed il primo bianco a subire questa fine dal 1963. Secondo la versione della South African Security Police sarebbe stato un suicidio mentre si trovava alla John Vorster Square Police Station; Aggett si sarebbe impiccato con una sciarpa che un amico gli aveva tessuto personalmente. Il 29 giugno successivo, un'inchiesta rivelò però che la sua morte era avvenuta in seguito alle torture ricevute. Nonostante questo, nessun agente fu imputato per l'omicidio. Si dice che la morte di Aggett abbia contribuito a far sì che la polizia razzista sudafricana studiasse altri metodi per sbarazzarsi degli oppositori, principalmente farli sparire senza possibilità di ritrovarne neppure il cadavere.


Asimbonanga

Asimbonang' uMandela thina
Laph'ekhona
Laph'ehleli khona
Oh the sea is cold and the sky is grey
Look across the Island into the Bay
We are all islands till comes the day
We cross the burning water
Asimbonanga
Asimbonang' uMandela thina
Laph'ekhona
Laph'ehleli khona
A seagull wings across the sea
Broken silence is what I dream
Who has the words to close the distance
Between you and me
Asimbonanga
Asimbonang' uMandela thina
Laph'ekhona
Laph'ehleli khona
Steve Biko
Victoria Mxenge
Neil Aggett
Asimbonanga
Asimbonang 'umfowethu thina
Laph'ekhona
Laph'wafela khona
Hey wena
Hey wena nawe
Siyofika nini la' siyakhona
Non lo abbiamo visto

Non abbiamo visto Mandela
Nel posto in cui è
Nel posto in cui viene tenuto
Oh, il mare è freddo e il cielo è grigio
Guarda attraverso l'isola la Baia
Siamo tutti isole finché non verrà il giorno
In cui attraverseremo l'acqua bruciante
Non lo abbiamo visto
Non abbiamo visto Mandela
Nel posto in cui è
Nel posto in cui viene tenuto
Un gabbiano vola sul mare
L'infrangersi del silenzio è ciò che sogno
Chi ha le parole per dipanare la distanza
Tra te e me
Non lo abbiamo visto
Non abbiamo visto Mandela
Nel posto in cui è
Nel posto in cui viene tenuto
Steve Biko
Victoria Mxenge
Neil Aggett
Non lo abbiamo visto
Non abbiamo visto i nostri fratelli
Nel posto in cui è
Nel posto in cui è morto
Hei tu
Hei tu, e anche tu
Quando arriveremo a destinazione?



Contro ogni razzismo, per scuotere tutti quelli che ancora non vogliono vedere.