Le piazze del 14 novembre sono state segnate da una importante presenza di studenti, soprattutto delle medie superiori, decisamente minoritaria è stata la partecipazione dei lavoratori. La cifra del 14 novembre sotto la mole è la medesima del resto d’Italia: tanti studenti e, per la prima volta, sono in tanti i ragazzi dei tecnici e dei professionali, una discreta presenza di insegnanti, qualche gruppo di precari e qualche manciata di operai.
Tarda a compiersi la saldatura tra lavoratori e settori giovanili di studenti e precari, complice la debolezza e le frammentazione in chiave competitiva del sindacalismo di base.
Significativa invece la saldatura con il movimento No Tav, le cui istanze sempre più si intrecciano con quelle di chi si vede sottrarre servizi e posti di lavoro per la realizzazione di grandi opere inutili e devastanti. L’occupazione della Provincia con i mobili accatastati in strada è l’emblema di una lotta che, pur nella propria simbolicità, esprime un forte rigetto delle logiche istituzionali, dando una risposta chiara al presidente della provincia che aveva minacciato il taglio del riscaldamento nelle scuole.