..............................................................................................................L' azione diretta è figlia della ragione e della ribellione

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venerdì 2 gennaio 2015

La perfezione dello Stato

Lo Stato è un sistema perfetto nella sua struttura e nei suoi meccanismi, si è perfezionato nel corso dei secoli e i vizi che potevano esserci ai suoi albori oggi sono tutti eliminati. Una macchina atrocemente perfetta che ha un solo scopo: generare se stesso. Per raggiungere questo scopo lo Stato deve anzitutto esistere, ma per esistere serve una struttura gerarchica, senza quest'ultima lo Stato non avrebbe ragione e motivo di esistere. Ma che cos'è la gerarchia? È una scomposizione della società in ceti, classificati e posti in una scala di valori secondo un ordine prestabilito e regolato su base prevalentemente economica: al vertice della piramide c'è l'istituzione sovrana (nel nostro caso il parlamento e i suoi apparati di comando), mentre nell'ultima fascia in basso c'è il popolo. Non è cambiato niente dai tempi degli antichi egizi o dei babilonesi. Il popolo deve generare ricchezza per poter mantenere in vita lo Stato, ma le ricchezze non sono mai equamente distribuite. Questo è logico, se le ricchezze fossero equamente distribuite non ci sarebbe gerarchia, quindi neppure lo Stato. Perciò lo Stato ha tutto l'interesse di mantenere le sperequazioni e le ingiustizie. Come dire: tolte le ingiustizie, addio Stato. Viceversa: tolto lo Stato, benvenuta uguaglianza e vera giustizia.
Cosa vuol dire oltrepassare la linea della perfezione? Vuol dire che lo Stato distrugge i suoi equilibri e eccede nella sua prerogativa principale che è quella di inghiottire ricchezze e cacare leggi. E come fa lo Stato a ingozzarsi a tal punto da superare se stesso? Dalla richiesta di pecunia e di sacrifici fatta al popolo, lo Stato è passato a depauperare persino le milizie, cioè una parte fondamentale di se stesso, quella parte che gli serve per difendersi dagli eventuali attacchi del popolo, dalle rivoluzioni, dalle proteste. È autocannibalismo.
Le proteste della sbirraglia contro il governo sono gli effetti di una bulimia statale che va oltre ogni immaginazione. Quando mai s'è vista una polizia che protesta contro il governo? Questo può succedere (ed è successo) solo quando le persone che indossano una divisa gallonata si accorgono che il popolo ha
ragione, e ad esso si unisce per lottare e per ottenere lo smantellamento del sistema. Quando uno Stato colpisce persino la polizia, negandole ad esempio un salario decente, allora quello Stato deve stare molto attento, quello Stato è gestito da persone malate. Ed ecco il punto. A noi sembra del tutto normale che questo Stato sia giunto a far protestare persino la polizia, i carabinieri, i vigili del fuoco... Ed è normale perché chi detiene oggi il potere possiede un ego talmente sproporzionato da volerlo espandere a dismisura, fino a mordere il proprio braccio armato. Siamo di fronte ad una smania di potere inaudita, egocentrica, spasmodica e molto pericolosa (anche per lo stesso Stato).
Dirò adesso qualcosa che può sembrare sconvolgente: noi anarchici vogliamo bene allo Stato, soprattutto a questo Stato, quello italiano attuale. Non siamo ammattiti, ragioniamo per paradosso, è ovvio, il nostro è un “amore interessato”: più lo Stato è autoritario, più l'anarchia vive, è presente e vibrante (la coscienza anarchica degli italiani sta lievitando e non sapete quanto). Siamo contenti di questo Stato e del suo disastro in atto, perché questi ultimi governi sta portando allo scoperto tutta la schifezza, fa toccare con mano le ignobili prerogative dello Stato, della gerarchia che compie violenza sulle fasce più deboli. È uno Stato che si autodenuncia come mai è accaduto prima, questo è meraviglioso! Siamo passati da un governo ad un altro, da Berlusconi a Renzi (attraverso Monti), è cambiato il colore ma la sostanza è la stessa. Con altre persone al comando, le atrocità berlusconiane sono continuate, anche se abilmente nascoste, indorandole con le solite menzogne (democrazia, libertà, costituzione, diritti...). Osserviamo bene allora tutto, guardiamo bene in faccia la democrazia, questa bella parola che non ha mai avuto senso se non quello di mistificare retoricamente le fauci fameliche dello Stato. Osserviamo la costituzione, questa collezione di articoli scritti dallo stesso ordine costituito e che qualsiasi persona al potere può aggirare, questa carta che permette ai folli e ai fascisti di governare e che è zeppa di limiti, di subordinazioni ad altre leggi, di rimandi alle più varie restrizioni, codici e codicilli. Osserviamo bene la legge, guardiamola davvero, mai come adesso appare chiaro che la legge non è mai stata uguale per tutti. Provate a fare causa a Renzi, se vi riesce, ma anche solo al vostro sindaco. Non possiamo cadere ancora in questi tranelli, li vediamo tutti molto bene grazie ai nostri governanti e alla loro arroganza, alla loro inesperienza e alla loro smania di potere, talmente esagerata che non si cura neppure di tenere nascosti i canini dello Stato, come hanno fatto sempre i loro predecessori.
Perciò avanti così, avanti tutta verso lo sfacelo totale, che lo Stato divori tutto: polizia, burocrati, tecnocrati, economi, giudici, costituzioni, clero, banche... E a quel punto, quando avremo più di un motivo vitale per ribellarci, quando non ci interesserà davvero più la tv, né il telefonino nuovo, saremo allora pronti per la nostra rivoluzione (l'importante è non ricostituire lo Stato, poi, l'errore di sempre).