Eliseo Reclus spiega la sua triplice
posizione di pazienza, di etica e di tolleranza nei confronti della violenza
rivoluzionaria: "Tra il difensore della giustizia e il complice del
crimine non ci son vie di mezzo! In questo campo, come in tutte le altre
questioni sociali, si pone il grande problema che si discute tra Tolstoi e gli
altri anarchici, quello della non-resistenza o della resistenza al male. Da
parte nostra, pensiamo che l'offeso che non resiste consegna in anticipo gli
umili ed i miseri agli oppressori ed ai ricchi. Resistiamo senza odio, senza
rancore né spirito di vendetta, con tutta la dolcezza serena del filosofo e la
sua volontà intima in ciascuno dei suoi atti, ma resistiamo!" (...)
"Dal punto di vista rivoluzionario, mi asterrò dal preconizzare la
violenza e sono desolato quando degli amici trasportati dalla passione si
lasciano andare all'idea della vendetta, tanto poco scientifica, sterile. Ma la
difesa armata di un diritto non significa violenza" (...)
"Quotidianamente si compiono tante ingiustizie, tante crudeltà individuali
e collettive che non ci si stupirebbe di vedere nascere continuamente tutta una
messe di odii... e l'odio è sempre cieco" (...) "Naturalmente, ammiro
la nobile personalità di Ravachol, come si è andata rivelando persino durante
gli interrogatorii di polizia. È pure superfluo aggiungere che considero ogni
rivolta contro l'oppressione come un atto buono e giusto. "Contro
l'iniquità la rivendicazione è eterna". Ma dire che "i mezzi violenti
sono gli unici davvero efficaci", oh no, sarebbe come dire che la collera
è il più efficace dei ragionamenti! Essa ha la sua ragion d'essere, ha il suo
giorno e la sua ora, ma la lenta penetrazione della parola e dell'affetto nel
pensiero ha tutt'altra potenza. Già per definizione, la violenza impulsiva non
vede che lo scopo; sollecita la giustizia con l'ingiustizia; vede
"rosso", ossia l'occhio ha perduto la sua chiarezza. Ciò non
impedisce affatto che il personaggio di Ravachol, così come lo vedo io e come
lo tramanderà la leggenda, non sia una figura grandissima".