L’immagine che viene data degli
anarchici sui libri, sulla stampa, alla televisione e nei film in cui si parla
di loro (tranne qualche eccezione, a dire il vero) è sempre diffamante,
contribuendo così a diffondere una conoscenza sbagliata sull’anarchia e sugli
anarchici. Quante volte sentiamo dire nei dibattiti . “facendo così è il caos,
è l’anarchia”, associando indebitamente l’ideale anarchico con il caos più
totale, annullando così tutto il potenziale innovativo e sovversivo dell’idea.
Non solo. Molte volte, nei servizi dei telegiornali e sui quotidiani, si
associa anche anarchia con terrorismo, dando notizie di attentati che dicono di
essere compiuti da anarchici.
Certo è che chi sostiene l’abolizione di
ogni privilegio, la comunione dei mezzi di produzione, la distribuzione
egualitaria dei beni, la libertà di pensiero e di azione, l’uguaglianza
sociale, da fastidio a governanti e padroni, di conseguenza la classe dominante
tende a criminalizzare gli anarchici additandoli come elementi pericolosi, come
bombaroli, come terroristi. L’uso di quest’ultima parola è voluta dal potere
per creare attorno agli anarchici una cortina di diffidenza e anche di paura.
Questo atteggiamento discriminatorio viene
tenuto anche dai partiti pseudo democratici della sinistra, che quando sono all’opposizione
trovano comodo il movimento anarchico che marcia nei cortei insieme (si fa per
dire) a loro e che invece, quando sono al potere, condannano fermamente fino
alla persecuzione.
Noi anarchici ci siamo fatti un’idea
precisa sul mondo e sull’organizzazione della società in cui viviamo e facciamo
il possibile per realizzare le nostre idee basate sulla fratellanza, sull’uguaglianza
e sulla libertà. Da qui la nostra negazione dei sistemi verticistici; da qui la
nostra diffidenza e disinteresse per il sistema dei partiti, per il sistema
economico, per istituzioni autoritarie come governo e Stato.
Non possiamo comunque negare che in
passato, a cavallo tra l’800 e il 900, ci siano stati dei gesti eclatanti compiuti
dagli anarchici, ma sono stati attentati ben mirati contro re, tiranni,
oppressori e contro istituzioni e simboli del potere; atti, spesso riusciti,
che hanno sempre raccolto molta simpatia nei ceti popolari, il contrario di ciò
che potrebbe provocare un gesto terroristico, teso cioè a terrorizzare la massa
(vedi, purtroppo, il 13 novembre a Parigi). Terrorista è colui che spara nel
mucchio, chi colpisce in maniera indiscriminata (leggi post: Esaminiamo l’aggettivo“rivoluzionario”)
L’anarchia è il grande sogno della
libertà che ha spinto gli esseri umani a volere il meglio per sé e per l’ambiente
che li circonda. Una sorte di fiamma che arde dentro, un sentimento istintivo che
ogni essere vivente prova e che lo rende insofferente davanti a qualsiasi
limitazione della propria libertà, davanti a qualsiasi regola coercitiva.