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sabato 28 novembre 2015

Anarchia non vuol dire bombe ma uguaglianza nella libertà

L’immagine che viene data degli anarchici sui libri, sulla stampa, alla televisione e nei film in cui si parla di loro (tranne qualche eccezione, a dire il vero) è sempre diffamante, contribuendo così a diffondere una conoscenza sbagliata sull’anarchia e sugli anarchici. Quante volte sentiamo dire nei dibattiti . “facendo così è il caos, è l’anarchia”, associando indebitamente l’ideale anarchico con il caos più totale, annullando così tutto il potenziale innovativo e sovversivo dell’idea. Non solo. Molte volte, nei servizi dei telegiornali e sui quotidiani, si associa anche anarchia con terrorismo, dando notizie di attentati che dicono di essere compiuti da anarchici.
Certo è che chi sostiene l’abolizione di ogni privilegio, la comunione dei mezzi di produzione, la distribuzione egualitaria dei beni, la libertà di pensiero e di azione, l’uguaglianza sociale, da fastidio a governanti e padroni, di conseguenza la classe dominante tende a criminalizzare gli anarchici additandoli come elementi pericolosi, come bombaroli, come terroristi. L’uso di quest’ultima parola è voluta dal potere per creare attorno agli anarchici una cortina di diffidenza e anche di paura.
Questo atteggiamento discriminatorio viene tenuto anche dai partiti pseudo democratici della sinistra, che quando sono all’opposizione trovano comodo il movimento anarchico che marcia nei cortei insieme (si fa per dire) a loro e che invece, quando sono al potere, condannano fermamente fino alla persecuzione.
Noi anarchici ci siamo fatti un’idea precisa sul mondo e sull’organizzazione della società in cui viviamo e facciamo il possibile per realizzare le nostre idee basate sulla fratellanza, sull’uguaglianza e sulla libertà. Da qui la nostra negazione dei sistemi verticistici; da qui la nostra diffidenza e disinteresse per il sistema dei partiti, per il sistema economico, per istituzioni autoritarie come governo e Stato.
Non possiamo comunque negare che in passato, a cavallo tra l’800 e il 900, ci siano stati dei gesti eclatanti compiuti dagli anarchici, ma sono stati attentati ben mirati contro re, tiranni, oppressori e contro istituzioni e simboli del potere; atti, spesso riusciti, che hanno sempre raccolto molta simpatia nei ceti popolari, il contrario di ciò che potrebbe provocare un gesto terroristico, teso cioè a terrorizzare la massa (vedi, purtroppo, il 13 novembre a Parigi). Terrorista è colui che spara nel mucchio, chi colpisce in maniera indiscriminata (leggi post: Esaminiamo l’aggettivo“rivoluzionario”)
L’anarchia è il grande sogno della libertà che ha spinto gli esseri umani a volere il meglio per sé e per l’ambiente che li circonda. Una sorte di fiamma che arde dentro, un sentimento istintivo che ogni essere vivente prova e che lo rende insofferente davanti a qualsiasi limitazione della propria libertà, davanti a qualsiasi regola coercitiva.