Non si può aspettare che la rivoluzione
avvenga come un qualcosa di metafisico che precipita di colpo sulla terra.
Occorre unirci con tutte le nostre forze al movimento reale e chiarire quali
sono a tutti i livelli ed in tutti i paesi le realtà dello sfruttamento, le
realtà dello spossessamento. Lo spossessamento moderno non è più, non si
conclude più nello sfruttamento puro e semplice della forza lavoro. È uno
sfruttamento che si è allargato a tutto il campo della vita quotidiana. Siamo tutti
sfruttati non soltanto perché lavoriamo otto o più ore in un dato posto, ed in
quel posto ci sottraggono plus valore e così via, siamo sfruttati perché siamo
interamente soggetti ad un processo di spossessamento che investe tutta intera
la nostra vita. Questa è una realtà che sta emergendo con una notevole energia
e la cui coscienza sta affiorando nel movimento reale.
Ecco perché il discorso anarchico può da
qualche tempo in qua uscire dai moduli storici che ben conosciamo e rinnovarsi
interamente in una verifica reale come evocazione reale del movimento.
Gli anarchici sono storicamente quelli
che si sono incaricati di condurre avanti, di portare avanti nella storia la
rivendicazione della libertà della persona; in questo senso sono stati coerenti
lungo tutto lo sviluppo della loro storia. Credo sia corretto anche dire che
sono stati gli unici a fare questo discorso, che è stato il discorso della
libertà dell’individuo, è stato per decenni un discorso minoritario per forza
di cose.
Non esiste una infinità di progetti
rivoluzionari, non ci sono diecimila modi che la storia brucia in rivoluzioni
che falliscono; ad un certo punto è il movimento reale stesso che scopre che la
vocazione libertaria è la vocazione rivoluzionaria reale. Il compito di tutti i
ribelli è quello di aiutare questa crescita obiettiva della spinta libertaria,
smascherando a tutti i livelli tutte le situazioni, le mistificazioni che il
capitalismo avanzato mette in opera con l’industria pesante dell’ideologia.